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Dipendenze affettive: cercando nell’altro il vuoto di un’infanzia mancata

Alla radice della dipendenza affettiva: traumi infantili e il bisogno di colmare un vuoto emotivo

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Le dipendenze affettive rappresentano uno dei legami emotivi più complessi e dolorosi. Il bisogno di conferme e l’attaccamento eccessivo al partner o alle relazioni spesso hanno radici in un passato che non è riuscito a offrire quella stabilità e quell’amore incondizionato di cui ognuno avrebbe bisogno fin da piccolo.

Secondo molti psicologi, quando un bambino non riceve dai genitori l’attenzione emotiva necessaria, cresce con un senso di insicurezza e un vuoto che, nell’età adulta, diventa un bisogno di compensare quella mancanza. Questo vuoto si traduce spesso in una ricerca continua di conferme e attenzioni da parte degli altri, soprattutto nei legami affettivi.

La persona che soffre di dipendenza affettiva vive nell’ansia costante di essere abbandonata. Nel rapporto amoroso, diventa capace di grandi compromessi e, talvolta, arriva a sacrificare se stessa per timore di perdere l’altro. È come se tutta la propria felicità e autostima dipendessero dall’amore o dall’approvazione dell’altra persona. Ciò può portare a una forma di “sottomissione emotiva”, in cui si è disposti a tutto per mantenere la relazione, anche a costo della propria serenità e identità.

La psicologia spiega che i primi anni di vita sono cruciali per lo sviluppo della sicurezza emotiva di una persona. Un bambino che si sente amato, ascoltato e supportato, sviluppa fiducia in sé e nel mondo. Al contrario, quando i genitori sono assenti emotivamente, troppo critici o distanti, il bambino può crescere con una percezione di sé come “non amabile”. Questo schema si ripete nell’età adulta, portando la persona a cercare nell’altro quel senso di accettazione e valore che non ha mai interiorizzato.

Superare una dipendenza affettiva è possibile, ma richiede un percorso di consapevolezza e, spesso, l’aiuto di un professionista. La riscoperta del proprio valore e l’impegno a costruire una propria identità autonoma possono permettere di costruire relazioni basate sull’amore e non sul bisogno.
S.S.C.

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Sabina Sabrina Crivellari
Sabina Sabrina Crivellari
Sabina Sabrina Crivellari, nata a Milano nel 1955, si trasferisce a Melzo nel 1990. Membro del “GAM” dal 1997, partecipa a mostre locali esplorando diverse tecniche artistiche: ritratti a matita, dipinti a olio, sculture in argilla e quadri in resina. Ha fondato una galleria d’arte e una scuola di cake design. Il quotidiano Il Giorno ha descritto via Napoli 37 come “la Montmartre di Melzo”. Attualmente, si dedica principalmente alla scrittura.

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