Grippo, lo stambecco del Cervino che avevo incontrato in cima all’Arp di Courmayeur, mi ha raccontato della sua visita alla frazione di Le Pre Saint Didier, sede di un vecchio allevamento di cani San Bernardo.
Mi spiegò che, all’inizio del Medioevo, i più accessibili valichi alpini tra Francia e Italia erano sorvegliati da conventi. Non lo facevano per soccorrere pellegrini o viandanti, ma per respingere eventuali incursioni saracene. I religiosi avevano ideato un sistema singolare: lanciavano dalle loro rocche pezzi di maiale ben cotti e saporiti, ancora caldi. Chi li rifiutava si trovava ben presto di fronte a orde di cani rabbiosi.
Questi cani avevano un muso allungato simile a quello dei Saint Hubert, ma erano più robusti e dal pelo lungo, adatti all’ambiente alpino. Inizialmente, però, erano docili come i Saint Hubert stessi. Fu così che i monaci trovarono necessario “indurire” questi animali: li rinchiusero in gabbie (ancora visibili), e, vestiti da civili armati e muniti di bastoni, provocavano i cani colpendoli sul muso che sporgeva tra le sbarre. In questo modo, i cani divennero feroci verso chiunque non fosse vestito da frate.
Dopo la battaglia di Lepanto nel 1571, le cose cambiarono. I monaci iniziarono a mettere ai cani una botticella di grappa al collo, facendoli ubriacare e calmando così la loro aggressività verso l’uomo. Da allora, conservarono sempre quell’espressione un po’ “accigliata.”
Questa è la storia che mi ha raccontato Grippo, il curioso stambecco del Cervino. E chissà, forse era proprio lui il marito della coniglietta nana Bianca delle Cinque Torri!