Arezzo, costretto a bere acido: un amico e il datore di lavoro indagati per tentato omicidio

La lite per una questione economica tra due connazionali sfocia in una brutale aggressione: la vittima, costretta a bere acido, è stata ricoverata in gravi condizioni. Datore di lavoro e aggressore indagati

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Un apparente incidente sul lavoro avvenuto a Ferragosto si è rivelato un’aggressione violenta con gravi conseguenze. La vittima, un giovane pakistano di 28 anni impiegato in un autolavaggio a Monte San Savino, nella Valdichiana aretina, è stata costretta a bere acido per la pulizia delle auto durante una lite con un connazionale di 35 anni. Il motivo dello scontro pare essere legato a una questione economica: i due stavano discutendo su una somma di 8 mila euro, anticipata dalla vittima per avviare un’attività in società.

La lite è degenerata quando l’aggressore avrebbe afferrato la vittima per il collo, costringendola a ingerire l’acido. Poco dopo, il datore di lavoro è arrivato sul posto e, insieme all’aggressore, ha cercato di coprire l’accaduto, simulando un incidente sul lavoro e sostenendo che la vittima avesse confuso la bottiglia del liquido con dell’acqua.

La vittima è stata trasportata d’urgenza al centro grandi ustionati di Pisa, dove è rimasta in gravi condizioni, subendo un lungo ricovero per la ricostruzione dell’esofago. Dopo essersi ripreso, il giovane ha raccontato la verità, smentendo la versione iniziale.

Le indagini, condotte dai carabinieri e coordinate dalla Pm Julia Maggiore, hanno portato all’incriminazione del datore di lavoro per favoreggiamento e dell’aggressore, che rischia l’accusa di tentato omicidio o lesioni gravissime.

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