CERASE DEVE TOGLIERSI UN DENTE BACATO
Le ricette e il menù di Mana avevano fatto cariarsi un dente del piccolo Cerase.
Nel 3570 circa, su una Terra sospesa, non esistevano più i dentisti: gli alimenti – grilli, pidocchi, lombrichi e, per i giorni di festa, mosconi verdi e sterco di vacca – erano conditi con pus di germi anticarie.
Certo, qualcuno di loro era rimasto, come i dentisti musulmani trasferitisi sull’altra faccia della luna per nascondere mogli e figlie dalle leggi selettive terrestri…Continua a leggere
Cerase: “Oddio, oddio, che mal di dente!”
Mana: “Ugo, qui bisogna levargli il dente, senti come soffre!”
Ugo: “Certo, quella maialina della sua mamma se n’è andata con l’extraidraulico della sesta galassia dopo il buco semaforico, e ora tocca a me fare tutto!”
Lin (la sorella di Cerase): “Se levate il dente a Cerase, voglio che lo levate anche a me!”
Ugo: “Ora non rompere, che ho altro a cui pensare! Maremma zoppa, capitano tutte a me!”
Lesto (il fratellastro maggiore): “Leghiamo il dente con un filo alla maniglia della porta!”
Pino: “Può essere un’idea!”
Aloe: “Portiamolo al pronto soccorso, e dopo aver aspettato un po’, se inizia a fare una scenata, picchiando dottori e infermieri, prendiamo come scudo Cerase, e qualche pugno potrebbe fargli cadere il dente!”
Pino: “Ma che siamo matti? Ci mettono tutti sul notiziario del sistema solare interno!”
Lesto: “Facciamo come ho detto: leghiamolo alla maniglia della porta!”
… E così fecero, ma il dente, come gli arti dei bambini delle briciole autonome, era duttile. Chiusa la porta, Cerase si ritrovò con un dente lungo 50 cm fuori dalla bocca. E ora?! Come si fa a rimetterlo a posto?! “Ci penseremo!” dissero.
Ugo ebbe un’idea. Si nascose dietro la porta del salotto, mentre gli altri chiamarono Cerase dicendogli che c’era il gelato. Cerase corse, vorace e goloso come nessun altro, e…
Ugo: “BUH!” Gli fece paura, tanto che il dente rientrò in bocca del piccolo e smise di dolere!
UGO E LA SUA BICI
Non penserete che nel 3570, senza strade e con il caos ambientale, si usino ancora bici, tandem, tricicli, o altri mezzi di locomozione a energia umana naturale, vero?
Dopo una delle solite cene maniacali di Mana, andando a letto presto, il povero Ugo iniziò a sognare. Pensava di andare lungo un tracciato pieno di saliscendi.Continua a leggere
Dopo aver attraversato un paese, iniziò una salita costante in mezzo ai boschi. A un certo punto, una 112 Autobianchi bicolore, con alla guida una donna (vera), lo sorpassò guardandolo con un mezzo sorriso di compassione. La salita continuava… Dopo un tornante in cui il povero Ugo pensava di girare, vide la stessa auto tornare in senso contrario, verso di lui. La stessa donna, sempre lei, lo osservava con quel mezzo sorriso, però, la seconda volta, con più interesse.
Era una giornata d’estate, calda e afosa. Ugo aveva la sua borraccia con acqua zuccherata e uno di quei piccoli pacchetti confezionati di biscotti di riso: 8 biscotti in tutto…
Arieccola! L’auto lo sorpassò nuovamente, e la donna gli fece un cenno, stavolta con un sorriso invitante.
Ugo si rifocillò per la stanchezza: mangiò voracemente i biscotti e li mandò giù con qualche sorso di acqua ormai calda. L’auto era ferma in una piazzola più avanti, lo sportello aperto e una coscia calzata poggiava a terra, la gonna sopra il ginocchio lasciava intravedere più del necessario…
La mattina dopo, Aloe domandò: “Ugo, sei stato formidabile stanotte! Hai durato più del solito, sbuffavi e mugolavi dal piacere, ma mi spieghi perché hai tolto dal portafoglio 50 bufale (moneta corrente del 3570) e le hai lasciate sopra il comodino?!”
LA SPIEGAZIONE DI UGO
Tutta la famigliola era riunita in terrazza a prendersi il caffè di lupini tostati. Ugo, sollecitato dalle richieste di Mana e Pino, ai quali Aloe aveva raccontato della sua “prestazione” notturna e del suo gesto finale, diede questa spiegazione:Continua a leggere
Ugo: “Sognavo di essere in bici e durante una salita un tubolare davanti mi si è bucato. Fortunatamente avevo tutto il necessario: ho trovato il piccolo foro, forse di ago di pino… Non il tuo, Pino! Con la saliva ho inumidito la parte in esame…”
Aloe: “Ah! Ecco… Non me l’avevi mai fatto così bene!”
Mana: “Ugo, continua! E tu, Pino, ascolta!”
Ugo: “Ho messo il cerotto sulla toppa e ho iniziato a pompare per rimettere aria nel tubolare. Quando ho ripreso il tragitto, in mezzo al bosco, ho visto una donna che vendeva porcini di castagno con la cappella rossa. Ho sognato di portarli a casa, visto che tu, Mana, li fai fritti in modo perfetto. E li ho pagati 50 bufale al chilo!”
Pino: “50 bufale al chilo? Ma è troppo!”
Mana: “Sarei contenta se tu sognassi così bene, anche se li pagassi 100 bufale al chilo. E se fossi stata io la venditrice, te li avrei dati gratis!”