Aloe e l’icona di Ugo
L’annerita Aloe si era integrata benissimo nella casa Marsiti e aveva notato che, dopo il primo mese, Ugo aveva rallentato il suo desiderio di unirsi a lei.
Così aveva interrogato il suo uomo sul perché di questo affievolimento.
Erano nel letto della loro camera quando, con la sua destra duttile a mo’ di sospensorio, Aloe prese gli attributi di Ugo soppesandoli in maniera dolce, ma allo stesso tempo minacciosa.Continua a leggere
Aloe disse: “Caro, mica avrai qualche problema finanziario?
Ti vedo così assente e poco desideroso. In caso dovremmo affrontarlo insieme come una famiglia unita.
O se hai problemi di salute, conosco persone con poteri che potrebbero salvarti da qualsiasi male tu possa avere.
Ma se mi accorgo che mi tradisci, quello che ti stringo lo faccio a fettine e te lo faccio mangiare fritto con un po’ di pastella!
Tanto tutto è buono fritto!”
Ugo rispose: “Aloe, Aloe, non penserai mica che ti tradisca, lo vedi che non esco mai di casa!”
Si addormentarono entrambi, ma Aloe non era tanto tranquilla.
Infatti, il giorno dopo, vedendo Ugo e Pino riposarsi in terrazza, avvisò Mana che sarebbe andata in un’agenzia investigativa.
Mana cercò di dissuaderla, ricordandole di quando Pino, una volta, andava di nascosto a un corso di cucina… e tutto si era risolto con una bella cena e festa.
L’agenzia della Volpe Bianca con Occhi di Falco accettò l’incarico e, dopo qualche settimana, un investigatore, un certo dott. Miopix, tornò per riferire delle indagini.
Dott. Miopix: “Signora, mi spiace dirlo, ma c’è una notizia brutta e una bella… Suo marito la tradisce!”
Non fece in tempo a finire la frase che Aloe, urlando, si diresse in cucina esclamando ad alta voce: “L’ammazzo, l’ammazzo!”
Tornò con in mano un coltellaccio da macellaio e stava dirigendosi in terrazza, dove Ugo riposava.
Il dott. Miopix la fermò con forza e le urlò guardandola negli occhi: “Non è lui, non è lui, è la sua icona!”
In quel periodo di traslazioni e nuove tecnologie, si era raggiunta una doppia realtà telepatica e tridimensionale del desiderio che si muoveva indipendentemente dalla persona, in modo uguale e nella stessa realtà individuale ma separatamente dal corpo.
Aloe rimase interdetta con il coltello in mano, lo posò sopra il tavolino del salotto e con passo marziale si diresse in terrazza.
Ponendosi di fronte a Ugo, domandò: “Dov’è il tuo desiderio? Dov’è la tua icona?”
Prendendogli la testa tra le mani, cercava di vedere dentro quella testa di Ugo, e lui: “Ma… ma… ma è solo un bel pensiero dove va il mio pensiero!
Lui si muove senza che io lo sappia!”
Intervennero Mana e Pino per calmarla, e lei si calmò.
Quando il dott. Miopix se ne fu andato e Ugo era rimasto solo in terrazza, mentre gli altri erano tutti in cucina, Ugo si rivolse a se stesso: “L’abbiamo scampata bella.
Ora, dal prossimo mese, tocca a me fare le scappatelle!”
Ma non era Ugo, era la sua icona tridimensionale che era in terrazza!
Ugo e Pino in Terrazza mentre Aloe si dà al Trotto
Dopo essersi calmata per le sospettate scappatelle di Ugo o della sua icona, Aloe si era iscritta a un corso presso l’Ippodromo Sospeso Nuvolari, allestito su dei cirri spianati a lembi a un’altezza di 1340 metri.
Le prime lezioni erano andate bene: aveva imparato a essere un driver pronto e scattante. Tuttavia, questo hobby non le bastava, e alla sera si recava alla piscina verticale comunale, dove si esercitava dal trampolino orizzontale in tuffi quintupli carpiati.Continua a leggere
Questa nuova disciplina univa una forma di ginnastica artistica, svolta sulla pedana del trampolino usata come tappeto del corpo libero; infine, l’atleta entra in acqua senza toccare il fondo della vasca, che è come una parete di un appartamento, dato che la vasca è posta in senso verticale.
I due Marsiti la sera si ritrovavano in terrazza e, mentre Mana rigovernava, parlavano del più e del meno.
Pino: “Dimmi, Ugo, ma hai veramente avuto una relazione con qualche pischella?”
Ugo: “Per ora sono andato solo io. L’icona, il prossimo mese, vuole andare lei, ma non lo dire a Mana, mi raccomando. Ne va della mia vita!”
Pino: “E… com’è? È bona?”
Ugo: “Bona è di carattere, ma quando mi viene sopra ha quel difetto che mi fa impazzire!”
Pino: “Difetto?”
Ugo: “Sì, è una briciautonoma di cui un arto è più ritardato nella sua duttilità, quindi zoppica un po’. Ma è quell’arrancare, quando è sopra di me, che mi fa impazzire!”
Pino: “Ma la conosco?”
Ugo: “Sta a tre isolati sospesi da qui, e il suo nome è Ranka.”
Pino: “Appropriato!”