Il Pantano la zona Giotto erano terreni acquitrinosi, come la stessa Pescaiola, la maggior parte delle acque confluiva lungo l’attuale tracciato di viale Michelangelo, e dalla città posta sul pendio scendeva un fossatone lungo il Corso.
La sistemazione idraulica iniziata dagli etruschi e ultimata dai romani con la “Parata” la paratia che immetteva la maggior parte delle acque della zona acquitrinosa verso la città attraversando il “Castro”, l’accampamento delle milizie romane, e che poi avrebbe anche fornito le acque per le naumachie.
Dalla sommità del vallo, in cui si trovava il vecchio foro, scendeva, come ho sopra accennato, un fossatone che confluiva nel nuovo tracciato, cioè il Castro e vi erano ben tre ponti nel loro congiungimento dove poi venne eretto l’Ospedale ” Santa Maria sopra i ponti”.
Già in epoca mediovale il fossatone risulta rssere stato coperto e la strada pavimentata a pietra come è similmente ora, ma quando iniziarono a riprendere il saracino nel 1931 anche molte vie nella città in alto erano pavimentate e i detriti delle lizze, portate parzialmente via, avevano ostruito l’innesto di questo fossatone e pur non piovendo eccessivamente, in Ottobre le acque tracimatono al di sopra del Castro e inodarono parte di via Crispi, via Roma fino a viale Michelangelo e defluirono poi dopo alcuni giorni verso via Montefalco.
Si rese, pertanto necessario il ripristino di questa canalizzazione e il suo congiungimento con il Castro in zona ex Giommoni, e fu chiamato il “Chiavicone”.