È stata una Caporetto per la Chiesa aretina, l’ultimo atto in ordine di tempo, ovviamente, del pensionato Fontana.
Non c’è altro modo per definire la penosa giostra dei trasferimenti dei parroci. Provvedimento irrispettoso e privo di qualsivoglia logica, che sta a dimostrare l’attaccamento malsano al potere temporale, che ha sempre caratterizzato, fin dal suo insediamento, settembre 2009, l’agire poco pastorale e molto amministrativo/economico di questo “signore” che molto ricorda l’esilarante marchese Del Grillo, solo nella celebre massima: “Mi dispiace ma Io sò io e voi non siete un caxxo …”.
In questi anni ogniqualvolta, un sacerdote è stato amato dalla comunità e in questa comunità ha lavorato per il bene della Chiesa, facendola progredire sia spiritualmente che economicamente, il leader maximo di colle San Pietro ha prontamente provveduto ad allontanarlo, buttando nello sconforto intere comunità.
La logica di tale provvedimento qual è vien da domandarsi?
La logica non la sappiamo individuare, ma possiamo dire, senza ombra di alcuna smentita, che chi fa ombra al leader maximo deve essere allontanato.
E così è sempre stato, salvo però in un sol caso quando si azzardò solo a pensare di esiliare don Alvaro a Cortona, perché le messe mattutine officiate dal sacerdote in Duomo erano stracolme di fedeli mentre quella teatrale delle 11 deserta.
Sgamato prima che ufficializzasse l’intenzione e si levasse la sommossa, riparò mandandolo in Pieve, credendo di arrestare il flusso di fedeli che, prontamente, seguirono e seguono il Don in Pieve.
Ed ecco il trasferimento di Don Stefano Scarpelli, per i parrocchiani del quartiere di San Donato “Donsti”, come affettuosamente lo chiamano i parrocchiani, è un sacerdote che con il suo fare schietto e sincero si è fatto benvolere e questo è un demerito per quel signore lassù.
Nessuno e poi nessuno si azzardi a fargli ombra!
Una cosa però va ricordata a tutti: il Signore non è un mercate che paga il sabato, ma paga!