Il Fontana degli aretini e la chiesa agli archi

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C’è chi ha una fontana speciale e chi un Fontana vescovo.
Arezzo ospita il secondo e si dice che a breve la diocesi tornerà all’attacco con la chiesa e il centro diocesano di fronte agli archi dell’acquedotto Vasariano (che di Vasari non è, ma non importa…).
Insomma, non contento dei manrovesci (virtuali, ma forti) raccolti con il primo tentativo, il vescovo arcivescovo cittadino ci riprova.
Si ripropone come il cinghiale della pubblicità sullo stomaco degli aretini.

La collocazione era e rimane discutibile per più motivi, il primo dei quali è la sua marginalità rispetto agli insediamenti della zona, con tanto di difficile accesso; perché quello previsto da via Gamurrini, la salita che collega gli archi all’ingresso del cimitero cittadino, andrebbe a complicare il traffico della strada forse più “difficile” della città da questo punto di vista.
Quello invece da via Coradini, via Bruni andrebbe a caricare strade nate come di lottizzazione e poco adatte alla bisogna.

Quell’area è poi paesaggisticamente tutelata evidentemente non a caso, anche se l’impatto sull’acquedotto, va detto, sarebbe minimo (non è certo da lì che lo si osserva…)

Per carità, tutto si può fare, ma sinceramente riproporre la questione a distanza di qualche anno da una sonora bocciatura “di popolo” non pare la scelta migliore; nemmeno per ritagliarsi un posto nel cuore degli aretini in anni di crisi profonda.

Questo è da leggere come articolo preventivo, alla pari di un controllo medico di fronte a sintomi non rassicuranti.

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