Le racconta in giro per tutta Italia.
Ma da nessuna parte a Renzi piace raccontare le bufale come in Toscana.
Che venga ad Arezzo o che vada a Prato o alle Cascine dice a tutti che si candiderà al Senato in quella città.
E come fa a sbagliare se le città toscane alla fine ce le mette tutte?
Tutte insieme fanno la Toscana e al Senato, con questa legge elettorale, ci si candida su un collegio regionale.
Ma dietro la bufala, c’è anche un’idea che Renzi sta covando da quando ha capito che è una bufala anche raccontare che riuscirà a rimettere piede a Palazzo Chigi.
Non lo dice, ma in testa c’ha l’idea che, una volta eletto senatore, al Senato farà il presidente.
Meglio che niente!
Sarebbe sempre la seconda autorità dello Stato.
Da lì al Quirinale poi è solo questione di tempo.
La bufala più grossa gli piace raccontarla soprattutto ad Arezzo.
Quando dice che è stato lui a commissariare BancaEtruria.
Per ora Visco e Bankitalia fanno finta di non sentire.
Va bene prendersi le colpe di non aver vigilato come avrebbero dovuto, ma se Renzi si appropria anche dei loro commissari, va a finire che commissaria anche Bankitalia.
E intanto una bufala tira l’altra, come una volta le ciliegie del Bagnoro.

Le bufale di Renzi
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