Per Renzi che chiude la Festa dell’Unità ad Arezzo si mobilitano una sessantina di agenti dei reparti antisommossa.
Devono proteggerlo dagli insulti delle Vittime del Salvabanche che l’aspettano sia all’ingresso che all’uscita della Casa dell’Energia, chiusa come un fortilizio con Renzi che fa il suo show con i suoi fans, duecento, forse duecentocinquanta.
Il giorno dopo va a Prato anche qui per presentare il suo libro, “Avanti” .
Lo fa in un giardino, il Giardino Buonamici, all’aperto, come, anche se in miniatura, alla vecchie feste dell’Unità.
All’aperto, senza la necessità di un doppio cordone di reparti mobili.
Renzi se l’è chiesto perché ad Arezzo si è dovuto barricare, e a Prato si è goduto l’aria fresca del giardino Buonamici?
Quando se lo chiederà, forse scoprirà che fu lui da premier, insieme a Padoan da ministro dell’economia, a firmare il 22 novembre del 2015 il decreto “ammazzabanche”, quello fatto su misura per BancaEtruria.
Che, prima di finire la sua storia, era ad Arezzo non a Prato.

Renzi a Prato: perché in un giardino senza barricate?
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