Non so se ci avete fatto caso, ma ad Arezzo praticamente qualsiasi autobus prendiate, qualsiasi tratta facciate, lunga o corta, l’autista è SEMPRE al telefono.
Tutti e dico tutti non sono esclusi da questa pratica.
I più corretti usano l’auricolare, quindi abbastanza bene, ma tanti altri no.
Non essendo essi la Dea Kali, le mani sono due, quindi guidare, tenere il cellulare, cambiare e aprire / chiudere le porte necessitano di attenzione.
Non sempre è così.
Quindi frenate brusche, curve a tutto gas, a volte fermate saltate, manovre pericolose non sono infrequenti.
Che avranno da dire poi per ore e ore questi autisti, che non possono aspettare lo smonto dalla corsa ?
Parleranno del gay pride in città ?
Elencheranno le mirabolanti realizzazioni fatte dalla giunta Ghinelli ?
Elogeranno la superba capacità urbanistica dell’ex assessore Dringoli ?
Esalteranno il vivace fermento culturale, artistico e sociale dei cittadini aretini ? Chissà.
In genere se si ascolta l’autista di turno, a parte le vicende familiari ci è balzato all’orecchio un ventaglio di argomenti da brivido.
Carpenteria nell’orticello o giardino, legna da tagliare, organizzazione grigliata, vittimismo / ingiustizie della dirigenza verso di loro e conseguente sindacalizzazione per vendicare il sopruso.
Tutto rigorosamente al telefono e…..accidenti, hanno saltato la mia fermata !!!!
Devo scendereeeeeee.