Musica e misteri sotto l’albero di Natale ad Arezzo
Tutti spariti. Resta solo l‘Associazione Music, quella del Men/Go Music Fest, e l’aria… puzza più d’un fritto di sagra rifatto tre volte.
Arezzo, città della cultura, dell’arte, della musica… e dei bandi deserti.
Lo scorso 28 ottobre è scaduto il famigerato bando per organizzare la festa di fine anno 2025.
E sapete chi s’è presentato?
Uno solo.
Non uno “dei tanti”, proprio uno solo, l’associazione Music, quella del Men/Go Music Fest.
Gli altri? Scappati come gli sponsor quando sentono la parola “trasparenza”.
E il patron di Arezzo Wave, Mauro Valenti, quello che per anni c’ha messo la faccia, le casse e pure il cuore?
Lui ha detto:
“Ragazzi, io mi ritiro. Ho partecipato con soddisfazione l’anno scorso, ma quest’anno certe dinamiche m’hanno fatto passare la voglia.”
Tradotto dal “politichese elegante”:
“Mi garba poco come gira la giostra.”
E con british aplomb, Valenti lascia pure un consiglio:
“Per la festa suggerisco BigMama, artista che stimo molto.”
Che in linguaggio aretino suona più o meno come:
“Fate voi, ma se proprio vi serve un nome bono, ecco uno. Poi però non dite che non ve l’avevo detto.”
Ora, la domanda nasce spontanea (e anche un po’ velenosa):
com’è che un bando aumentato del 40% — quindi più soldi! — non attira nessuno da tutta Italia?
Troppo tardi?
Troppa poca pubblicità?
O magari nessuno l’ha saputo, se non quelli che lo sapevano già?
Un caso curioso di bando invisibile, pare scritto in inchiostro simpatico e pubblicato sul retro del modulo per la TARI.
C’è chi mormora che le agenzie di booking nazionali non abbiano ricevuto nemmeno un’e-mail.
C’è chi dice che alcuni “vincitori seriali” abbiano fatto desistere gli altri, tipo quando alla tombola il nonno vince sempre e tu butti via le cartelle.
E allora, gli organizzatori degli anni passati si son detti:
“Ma sai che c’è? Facciamo festa a casa nostra, con un panettone e due bottiglie di spuma, e bonanotte al bando!”
Risultato?
Un bando deserto, un candidato solo e una città che rischia di brindare al Capodanno con il karaoke di quartiere.
Sarà un caso, sarà sfortuna, sarà destino…
Ma tra “dinamiche emerse” e trasparenze opache,
viene da pensare che la vera festa sia sempre la stessa:
quella di chi, a bando chiuso, balla e brinda tutto l’anno.








