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venerdì, Luglio 11, 2025
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Favole dell’abbandono: manichino da boutique

Quando l’identità si spezza e il desiderio di sparire diventa forma

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Com’è strana la mente umana. Lui, trent’anni, piacente, influencer, capelli neri come l’inchiostro, sguardo da lupo, iniziò a sentirsi oggetto una mattina di metà giugno. Tutto quello che era, tutto quello che sembrava, cominciò ad apparirgli vano e vacuo mentre ancora scrollava i messaggi sotto all’ultimo post.
– Un pupazzo, sono diventato. Un manichino. Neanche fossi di plastica.
Non finì di leggerli. Abbattuto, come se una trave gli fosse caduta addosso, piombò seduto sul divano del suo salotto.
– Un manichino da boutique…
“Ti vorrei tra le mie braccia come un manichino da boutique” così gli aveva scritto @semivuoisonotuapertuttoiltempo72.
Era basito. Il corpo annebbiato.
Poi, per com’è strana la mente umana, gli s’impresse chiara nella testa l’immagine di lui come un manichino da boutique. Plastica e disegno. Lo sguardo deciso. I muscoli scolpiti. Le braccia e le gambe assenti, chissà perché. E non si trovò male.
– Un manichino da boutique…
Quell’idea era suggestiva. Fermava il tempo e, insieme, glielo regalava. Liberava la mente e, insieme, delineava il corpo. Se era quello che sembrava perché non esserlo?
Ci diventò. Nessuno sa come. Nessuno sa se davvero fosse successo. Se divenne un manichino perché lo era o perché cominciò a volerlo tanto da esserlo.
Appariva tale e ciò bastò.
Per quelli e quelle che lo volevano tra le loro braccia come un manichino da boutique fu un salto di prospettiva notevole ed entusiasmante.
Per la signora che faceva le pulizie del suo appartamento non fu altrettanto.
La mattina che lo trovò in salotto, manichino da boutique, pensò che fosse lì per sbaglio.
Rifece il letto, spazzò, liberò i mobili dalla polvere del tempo e lo portò fuori, vicino ai bidoni. Indecisa su dove metterlo lo lasciò sul marciapiede. Sembrava plastica ma era così leggero da parere carta.
– Sei carta o plastica? – gli chiese, per scherzo, ma lui, manichino da boutique, non le rispose. Come poteva? Ai manichini da boutique non è concesso. Non lo sapeva.

P.S.
Grazie a Beatrice B. per lo scatto che ha liberato la fantasia.

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Gianni Micheli
Gianni Michelihttp://www.giannimicheli.it
Gianni Micheli Giornalista, scrittore, regista, attore, musicista e collezionista di storie. Sulla carta, sul web, in teatro e a scuola, ha una particolare predilezione per la scrittura creativa, la drammaturgia dedicata all’infanzia, la multiculturalità e per il teatro civile. Dal 2012 è uno degli autori della Staffetta di Scrittura Creativa organizzata da BiMed (Biennale della Scienze e delle Arti del Mediterraneo). Nel 2020 è uscito Testone il piccione, Vertigo Edizioni. Nel 2021 con Lezioni d’amore e di chitarra, Edizioni Helicon. Ha collaborato, tra gli altri, con Stefano Massini, Ottavia Piccolo, Amanda Sandrelli, Dario Brunori, Margherita Vicario, Moni Ovadia, Marisa Fabbri. È apparso sulla Rai e La7. Parte dello staff di Officine della Cultura è responsabile dell’ufficio stampa di alcuni importanti festival nazionali. È tra i fondatori dell’Orchestra Multietnica di Arezzo. www.giannimicheli.it - www.giannimicheli.eu
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