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venerdì, Luglio 11, 2025
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Il Comune taglia… e la puzza resta! Cassonetti pieni e sacchetti in passerella: benvenuti a “Arezzo Puzzopoli”

Arezzo: l’arte della mondezza e l’eleganza del cassonetto che trabocca.
2 INTERVISTE

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E niente, l’ingegno amministrativo ha colpito ancora: per ridurre le spese, il Comune ha pensato bene di svuotare i bidoni dell’immondizia una volta in meno. Prima passavano tre volte, ora due. Ma che sarà mai? “Una puzzetta in meno, un euro in più!”, dev’essere il motto.

Il risultato? Cassonetti stracolmi come un panino kebab alle tre di notte, sacchetti abbandonati ovunque come se fossero opere d’arte urbana e marciapiedi trasformati in esposizioni a cielo aperto del Salone Internazionale della Munnezza.

E col caldo che spacca le pietre, il tanfo si taglia col coltello. Roba che se ci passi accanto e non svieni, almeno ti si scioglie il naso. Residenti allibiti, pedoni nauseati, “Nùgoli di topi che scorrazzano tra i sacchi come se fossero in gita premio.”
Sciami di insetti  che hanno già eletto Arezzo come capitale della villeggiatura. Le zanzare organizzano rave notturni tra un sacco nero e una scarpa vecchia.

Ma attenzione, perché non finisce qui: pare che l’obiettivo nascosto sia imitare le grandi metropoli internazionali, tipo Napoli anni ’90 o New York versione Bronx. Eh già, perché noi si guarda avanti, e il degrado… si globalizza!

Per i più scettici, abbiamo pure la foto del deposito comunale in via Tagliamento: cassonetti pieni, sacchi poggiati a terra, e lo scenario è degno di un film post-apocalittico. Se l’intenzione era dare il buon esempio, qui si è andati diretti a zappare l’asfalto… ma sui piedi propri.

E mentre i cittadini arrancano tra rifiuti e odori che sembrano arrivare da un altro pianeta, l’amministrazione tace e annusa. Forse non si sono accorti del problema, oppure hanno il naso foderato di bilancio.

A forza di tagli, di giri ne facciamo tanti… ma solo intorno ai sacchetti.

FINTA INTERVISTA AL SINDACO IMMAGINARIO:

Esclusiva! Parla il Sindaco On. Rino Marciapiedi (immaginario, ma mica troppo…)


Giornalista (con la molletta al naso):
“Signor Sindaco, la città è invasa dai rifiuti, i cassonetti traboccano, la gente s’infila nelle aiuole per scansare i sacchetti. Cosa risponde ai cittadini arrabbiati?”

Sindaco Marciapiedi:
“Ma guardi, è tutta una strategia urbanistico-sensoriale! Noi puntiamo alla rivalutazione aromatica del centro storico. Chi può vantare un marciapiede con aromi che spaziano dal pesce avariato alla mozzarella del ‘94?”


Giornalista:
“Però ci sono insetti ovunque, e col caldo l’aria è irrespirabile…”

Sindaco:
“Ecco, vede? Insetti = biodiversità. Stiamo rilanciando l’ecosistema! Se la gente ha caldo, meglio non farli camminare troppo: lasciamo i sacchi fuori, così non devono andare fino al cassonetto!”


Giornalista:
“E i turisti cosa penseranno vedendo sacchi di spazzatura sui marciapiedi?”

Sindaco (orgoglioso):
“Un’attrazione! Noi non abbiamo la Tour Eiffel, abbiamo la Tour dei Sacchi. I francesi ci invidiano.”


Giornalista:
“Ultima domanda: c’è chi dice che state ‘dando la zappa sui piedi’…”

Sindaco (ridendo):
“Macché! È che ormai i piedi non si vedono più… coperti dai sacchi!”


Chiusura dell’articolo:
In attesa di un deodorante gigante che sorvoli Arezzo come un Canadair col Glade, i cittadini possono solo armarsi di pazienza… e di spray anti-mosche. Nel frattempo, il Comune lancia anche una nuova app:
 Trova il sacco” – localizza la mondezza sotto casa tua (o sopra).**

Controintervista a Gino “il Portabidoni” – l’uomo che parlava coi cassonetti

Zona Tortaia, Arezzo.
Conosciuto in tutto il quartiere per la sua precisione nello spostare i bidoni prima che arrivino i camion (quando arrivano), Gino è diventato ormai l’oracolo del sacchetto.


Reporter:
“Gino, come sta vivendo questa riduzione dello svuotamento dei rifiuti?”

Gino (con una retina da zanzare in testa):
“Come la sto vivendo? Con la molletta al naso e i nervi a pezzi! Una volta portavo i bidoni fuori tre volte a settimana. Ora li porto fuori… e mi tornano indietro pieni come il cenone di Natale!”


Reporter:
“Il sindaco dice che è un gesto per l’ambiente…”

Gino (alza un sacco nero come se fosse un trofeo):
“Per l’ambiente?! Ma quale?! Quello di Jurassic Park?! Qua c’è roba che si muove da sola! L’altro giorno ho visto un sacchetto fare un rumore strano… l’ho lasciato lì per rispetto, magari era vivo!”


Reporter:
“Ha notato un cambiamento nel quartiere?”

Gino:
“Certo! Nùgoli di topi con la pancia piena e lo sguardo arrogante, ormai chiedono pure il permesso per passare!”
“Prima i gatti giravano tranquilli, adesso vanno in giro in branco, con le mascherine. E le mosche? Le mosche c’hanno preso confidenza: una si è posata sulla mia mano e mi ha chiesto l’ora!”


Reporter:
“Un messaggio all’amministrazione?”

Gino (con tono da comizio improvvisato):
“Smettete di giocare a Risiko con i sacchetti! Se volete risparmiare, toglietevi i gettoni del caffè in Comune, non i passaggi dell’immondizia! E ricordatevi: i sacchi non votano… ma puzzano!”


Lo slogan di Gino:

🗣️ “Più camion, meno tanfo! E se non sapete dove mettere i sacchi… portateli in Comune!”


 
Gino adesso sta lavorando a una petizione chiamata “Un bidone per amico – campagna per il diritto al cassonetto dignitoso”, già firmata da 64 cittadini, 2 gatti e una colonia di scarafaggi pentiti.

1 commento

  1. Una volta, negli anni 70, ogni condominio aveva i suoi bidoncini cilindrici di metallo col coperchio ribaltabile, tutte le mattine uno spazzino (si chiamava così senza che nessuno si offendesse) veniva con una specie di carrozzina dotata di 4 ruote grandi da bicletta, agganciava 2 bidoni (uno davanti all’altro) li portava in fondo alla strada: Quando il camion della spazzatura (si chiamava così) con i due operatori che stavano attaccati dietro avevano terminato, l’autista ripartiva e lo spazzino riportava i bidoni ai rispettivi condomini… Di certo un servizio non economico con spreco di soldi e di manodopera. Poi vennero i “bidoni grandi o cassonetti” con coperchio scorrevole che erano gestiti solo solo da un operatore e un autista; successivamente siamo passati a cassonetti differenziati con colori che permettevano di riconoscere la tipologia del rifiuto e svuotamento totalmente meccanizzato gestito solo dall’autisca del camion.

    Il centro storico com’è logico che sia, è stato gestito in modo diverso non potendo posizionare i cassonetti è stato deciso di fare raccolta porta a porta con piccoli mezzi coadiuvati da autista e operatore (scelta saggia). Fin qui la storia. E’ successo poi, inspiegabilmete per me, che hanno deciso di effettuare raccolta porta a porta anche in alcuni paesini limitrofi al centro abitato di Arezzo, dove peraltro i cassonetti differenziati potevano essere istallati e avevano funzionato. Chiaramente il servizio porta a porta ha dei costi notevolmente superiori a quello tutto meccanizzato ma mentre nel centro storico è comprensibile non si riesce a capire l’utilizzo nelle frazioni. Nelle frazioni inoltre hanno dovuto lasciare il cassonetto marrone (quello degli sfalci), perche vista la presenza di molti giardini che ovviamente in centro storico non ci sono non sono riusciti a gestire il porta a porta per la sezione organico o verde. Il risultato è stato disastroso.

    All’inevitabile aumento dei costi per la raccolta porta a porta dove non serve (frazioni) si è aggiunto l’utilizzo inappropriato dei cassonetti marroni. Le persone delle fraziuoni utilizzano il cassonetto marrone come indifferenziato, vanificando il recupero del materiale organico. Ma rimettere i cassonetti differenziati risparmiando sulla raccolta e facendo un servizio migliore no?? E poi queste banali cose che ho notato io che sono un cittadino “normale” un amministatore (che dovrebbe avere una sensibilità maggiore del cittadino medio) perchè non le vede?

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Gino Perticai
Gino Perticai
Dal 1973 nel mondo della comunicazione, una breve esperienza Milanese con A.P.C. agenzia di Marketing, con l’avvento delle prime radio in Fm inizia una serie di esperienze nelle radio locali: Radio Torre Petrarca, Radio OK, Golden Radio, Radio Life,  fino al 1998 momento in cui l’innata curiosità e la voglia di sperimentare novità lo portano a maturare il primo interesse sul world wide web. E' da lì che nel 2000 nasce l’idea delle prime testate regionali on line. Fonda Arezzo Notizie e la dirige fino al Giugno 2016. l'Ortica è la sua nuova scommessa.
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