Riflessioni tra spazio, tempo e mistero
Immaginiamo il tempo e lo spazio racchiusi in un oggetto a noi familiare: la clessidra.
Le stelle, i pianeti e le loro interazioni, con tutte le masse coinvolte, sono come granelli di sabbia contenuti al suo interno. Questo è l’universo. Ma cosa mette in moto tutto questo?
La risposta potrebbe trovarsi nella forza fagocitante di un buco nero, situato sul fondo dell’ampolla.
Sì, il buco nero. Ma perché inghiotte la materia? E dove la conduce?
E se la sua funzione fosse quella di fondere la materia, sprigionando un’enorme quantità di energia, sufficiente a innescare un nuovo Big Bang? Un’esplosione primordiale capace di generare un nuovo universo, dall’altra parte della clessidra.
Ma se noi fossimo abitanti di uno di quei minuscoli granelli di sabbia, e provassimo a misurare l’energia di quel Big Bang originario, scopriremmo che è nulla. Perché? Perché non è avvenuto nel nostro universo, ma nell’imbuto: in quel “nulla” rappresentato dal buco nero. E ciò che è avvenuto lì non è misurabile da qui.
Sì, nel nulla può celarsi tutta l’energia del nostro creatore.
Ed è qui che mi sorge un’idea: Dio come il Nulla.
Non ciò che possiamo vedere, analizzare o misurare, ma ciò che è essenziale alla nostra esistenza.
Certo, nelle galassie giovani si osservano buchi neri…
E se ognuno fosse la porta verso un universo diverso?
Mah… pensieri per passare il tempo, prima di andare a vedere la partita.
Sempre forza Arezzo!