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mercoledì, Aprile 30, 2025
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Storie dietro le mode e le tendenze globali

Dietro ogni moda, una memoria. Dietro ogni conquista, una generazione che ha lottato

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C’è un dettaglio che spesso sfugge agli occhi dei giovani di oggi.
Quando vedono una donna anziana camminare piano, magari con un bastone, raramente pensano che quella signora — sì, proprio lei — un giorno è stata una ragazza ribelle, libera, piena di sogni e di battaglie.

Quelle donne siamo noi.

Siamo noi, quelle degli anni Sessanta e Settanta. Gli anni di Londra che faceva scuola al mondo, dei Beatles che cambiavano la musica e i pensieri, di Mary Quant che inventava la minigonna e con un colpo di forbici accorciava anche certe ipocrisie sociali.

Siamo noi quelle che hanno visto nascere un modo nuovo di vestire, di camminare per strada, di amare, di vivere.

Dietro le mode e le tendenze globali ci sono sempre delle storie. Storie vere.
Fatte di gente comune prima che di passerelle. Fatte di battaglie, conquiste, libertà.

Abbiamo lottato per la parità dei sessi.
Ci siamo battute perché una donna potesse scegliere del proprio corpo — anche in temi delicatissimi come l’aborto, che pure per molte di noi era ed è una ferita dell’anima, ma che doveva essere una scelta, non una condanna.
Abbiamo votato per il divorzio, per la pillola anticoncezionale, per i diritti.
Abbiamo pagato di persona errori, ingenuità, illusioni… ma anche conquistato libertà che sembravano impossibili.

E ora?
Ora guardiamo questa generazione che cammina piegata — non più sotto il peso delle regole di un tempo, ma chini sugli schermi dei cellulari.
La rivoluzione che abbiamo sognato aveva i colori accesi della strada, la musica alta nelle piazze, i jeans strappati e la voglia di discutere per ore.

Questa nuova rivoluzione, se c’è, è silenziosa, un po’ spenta, un po’ ipnotizzata.
Manca la scintilla negli occhi, quella che nasce non dai like, ma dalle idee.

Non voglio sembrare nostalgica.
Ogni epoca ha le sue bellezze e i suoi dolori.
Ma forse ai giovani di oggi farebbe bene ricordare una cosa:
quelle vecchiette che arrancano, un tempo hanno danzato con la minigonna, hanno camminato a piedi nudi sulla spiaggia, hanno urlato i loro sì e i loro no al mondo intero.

Siamo noi.
Siamo ancora qui.

Con le nostre storie, i nostri errori, le nostre ferite.
Ma anche con il nostro orgoglio, il nostro coraggio, la nostra libertà conquistata a caro prezzo.

E sì…
forse ogni tanto, meritiamo
uno sguardo in più.
Un po’ di rispetto.
Un po’ di memoria.
Un po’ d’amore.

Perché noi
siamo le vostre radici.
E senza radici,
si è solo delle foglie al vento.

S.S.C. ~ AI

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Sabina Sabrina Crivellari
Sabina Sabrina Crivellari
Sabina Sabrina Crivellari, nata a Milano nel 1955, si trasferisce a Melzo nel 1990. Membro del “GAM” dal 1997, partecipa a mostre locali esplorando diverse tecniche artistiche: ritratti a matita, dipinti a olio, sculture in argilla e quadri in resina. Ha fondato una galleria d’arte e una scuola di cake design. Il quotidiano Il Giorno ha descritto via Napoli 37 come “la Montmartre di Melzo”. Attualmente, si dedica principalmente alla scrittura.
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