Mettiti nei panni di uno spazzolino da denti. Provaci. Sentiti uno strumento, da usare in fretta, senza complimenti. Mattina e sera. A volte dopo pranzo. A volte mai.
Sempre umido, come dopo il temporale. Sempre agonizzante su quel bicchiere sporco, la testina triste. Tempo due mesi, più o meno, e finirai nel secchio.
Sentiti rigido, plastica colorata, sempre tirato, male sciacquato, con le setole stanche. Un poco depresse. Un grumo di dentifricio che si è attaccato lì e non si toglie. Un pezzo di buccia di mela che ha fatto colla e non se ne va.
Vorresti mollare, per un momento. Vorresti piegarti. Flessibilità.
Ma sei uno spazzolino: serve fermezza. Sei uno spazzolino: sei sempre in battaglia.
Il tuo compito è importante. Necessario. Hai un impegno che non puoi demandare. Una promessa da mantenere: ti terrò lontano da tutto quel dolore.
Ma loro si dimenticano! E ti trascurano.
Te l’hanno detto e spiegato: sei fondamentale.
Ma vorresti una carezza, una gentilezza, qualcuno da amare.
O qualcosa di dolce per non pensarci più.
Mettiti nei panni di uno spazzolino da denti. Provaci. Riflettici su.
Chi è ora il tuo nemico: il tartaro o chi sai tu?

Ai Stories: Lo spazzolino
La vita segreta di uno spazzolino: tra missioni quotidiane, trascuratezza e il desiderio di dolcezza
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