I pioppi “centenari”
Da un po’ di tempo si è scatenata una feroce polemica sulle opere pubbliche che interessano gli alberi in ambito urbano.
L’ultima è quella dei pioppi “CENTENARI” di Via Campanacci.
In questa occasione, come nelle altre, si sono scatenati comitati di cittadini ed ambientalisti de’ noialtri che rivendicano la necessità di mantenere l’attuale assetto vegetativo a dispetto di qualsiasi argomento che gli viene contrapposto.
Quasi tutti dimenticano che la maggior parte del paesaggio toscano è frutto di interventi dell’uomo; senza allontanarsi è sufficiente rammentare le foreste casentinesi, i boschi di castagni, gli oliveti terrazzati, i vigneti del Chianti e la bonifica della Valdichiana.
La memoria è talmente corta (spero non in maniera colpevole), che si dimentica quale assetto aveva una certa zona qualche anno fa.
E’ il caso della zona di Via Campanacci e dei pioppi “CENTENARI”.
La questione mi ha sorpreso perché nella zona di Cappuccini ci sono nato e ci ho passato i miei primi quarant’anni; ciò per dire che la zona mi è particolarmente cara.
Ciò detto non ho nessun ricordo dei pioppi durante le scorribande da bambino-ragazzo che facevamo con gli amici.
Ma c’è di più !
Il contadino che coltivava le aree adiacenti il fiume avrebbe avuto buona parte del campo in ombra, visto che il filare ha una direzione est-ovest; tale situazione sarebbe stata per lui inaccettabile.
L’immagine che ho ricomposto sono le foto aeree della Regione Toscana, ad eccezione di quella del 2025 che è mutuata da Google maps.
Ebbene la piantumazione del filare di pioppi “CENTENARI” è cominciata nei primi anni ’90 del secolo scorso, quale sistemazione del verde pubblico che fu realizzato al momento della costruzione della Superal (all’epoca si chiamava così); poi è proseguita con la realizzazione della parte di verde più prossima al centro cittadino per il decennio.
In definitiva quelle piante sono state messe a dimora tra il 1990 ed il 2000.
Ciò per dire che non può essere pregiudicato un intervento di messa in sicurezza idraulica che gioverà, per primo, ai dirimpettai; allo stesso tempo dovrà essere garantita una compensazione con una nuova piantumazione.
Da ultimo viene in mente una considerazione.
Il Fossombroni, a dispetto di tutti i suoi detrattori, trasformò una “zona umida” come la Valdichiana in terreno coltivabile, e solo dopo la bonifica ci costruì le case coloniche per chi doveva mantenere l’assetto idraulico.
Nella zona adiacente Via Campanacci (ma anche al Pantano, alla Marchionna ecc) si è prima costruito e poi si cerca di mettere in sicurezza gli edifici.
Non possiamo sempre invertire le azioni come invertiamo i fattori nella moltiplicazione.
A seguire allego gli indirizzi delle foto aeree che propongo in modo che chiunque possa apprezzare nel dettaglio la consistenza della vegetazione.
Fototeca 1983 – Fototeca 1986 – Fototeca 1996 – Fototeca 2001 – Fototeca 2010
Marco Magrini