Come riferisce il Resto del Carlino, Paolo Zignani, autotrasportatore di Borello, può finalmente trovare un po’ di pace dopo mesi di persecuzione. Le due donne casentinesi, madre e figlia di 36 anni, che per mesi hanno reso impossibile la sua vita, sono state ricoverate nel reparto psichiatrico dell’ospedale San Donato di Arezzo.
Il camionista, assistito dall’avvocato Raffaele Pacifico, racconta il sollievo di poter finalmente dormire senza interruzioni: “Anche l’ultima notte ho ricevuto telefonate fino all’una, ma ora finalmente tutto tace”.
Le due donne, che Zignani conosceva solo di vista, lo hanno tormentato con 837 servizi non richiesti: dagli operai ai fiorai, fino a 50 carri funebri inviati davanti alla sua abitazione in cinque mesi, con l’incredulità degli operatori chiamati a ritirare una salma inesistente.
Oltre ai servizi falsi, la persecuzione ha raggiunto livelli inquietanti: un profilo falso su un sito di incontri presentava Zignani come marito della 36enne, attirando uomini alla sua porta in cerca di prestazioni sessuali. Il camionista ha raccontato la sua storia anche in TV, partecipando alla trasmissione La Vita in Diretta, dove un’inviata Rai è stata aggredita con un manico di scopa e una pentola d’acqua calda da una delle due stalker.
Dopo numerose denunce e la dichiarazione di pericolosità sociale da parte del magistrato di sorveglianza di Firenze, è stato disposto il ricovero. Il piccolo paese di Badia Prataglia, dove vivevano le due donne, era già noto per gli atti vandalici compiuti dalle stesse, che lanciavano uova, farina e persino sterco contro le case dei vicini e gli scuolabus del paese.
Ora, con il loro ricovero, si chiude un capitolo di terrore per Zignani e per l’intera comunità.