Caro artista incompiuto,
con immenso stupore e sincera (anzi, sincerissima) ammirazione, ho avuto l’onore di ammirare la tua ultima opera d’arte sulle mura della zona commerciale di Arezzo, alla Marchionna. Un capolavoro di rara bruttezza e di profondità filosofica che farebbe impallidire perfino i più grandi pensatori della storia.
“Sono nato così! Rimango così! Morirò così!” Ah, la poesia! L’intensità! La profondità di pensiero! Davvero, non ci dormiamo la notte cercando di comprendere l’immensità del tuo messaggio. Anche noi, come te, ci poniamo un’esistenziale domanda: “Così come? Forse… idiota?” Ma non temere, nessuno ti obbliga a cambiare! Ti lasciamo volentieri il tuo status di genio incompreso (più incompreso che genio, a dire il vero).
E poi, “Free Mandigo! Free Mandingo!” – e qui, amico mio, sorge spontaneo un dubbio: ma alla fine, è “Mandigo” o “Mandingo”? O magari hai deciso che entrambi i nomi suonassero bene, a prescindere dal loro significato? E poi, chi è costui? È ingiustamente incarcerato? Oppure è un tuo amico immaginario? Un personaggio letterario? O eri sotto l’effetto di qualche sostanza non meglio identificata quando hai deciso di incidere questa perla di saggezza indelebile sui muri della nostra città?
E dulcis in fundo: “C.R.E.A.M.” , “Make money not friends” e “Free Baby Gang” .Oh, quale esaltante manifesto di vita! Complimenti! Certamente con la mente brillante che dimostri di avere, farai né soldi né amici. Ma non preoccuparti, con le tue doti grafiche potresti sempre puntare alla carriera di decoratore… di latrine pubbliche, ovviamente.
Ora, la domanda che ci poniamo tutti è: perché? Perché prendersi la briga di imbrattare muri con concetti così elevati (e scritti in maniera così esteticamente orrenda)? Sappi che, mentre tu continui la tua nobile crociata vandalica, qualcuno si sta già attivando per cancellare la tua preziosa testimonianza artistica con una bella mano di vernice.
Ti auguriamo quindi di trovare presto una superficie più adeguata al tuo talento, magari un quaderno, o meglio ancora… un diario segreto. E di lasciare i muri della città in pace.
Con sincera irritazione e una spruzzata di sarcasmo,
Gino Perticai