Incredibile, ma vero: all’allenamento dell’Arezzo Calcio, tre storici tifosi amaranto, ultrasettantenni e con decenni di fedeltà sulle spalle, sono stati respinti all’ingresso. Il motivo? Top secret! Forse la paura che potessero carpire schemi rivoluzionari da riferire al Gubbio? O magari che, tra una pausa e l’altra per riprendere fiato sulla scalata alla tribuna, si trasformassero in pericolosi 007 del calcio dilettantistico?
La scena è degna di un film tragicomico: il mitico Roberto, il “numero uno” per dedizione e passione, accompagnato con cura fin sulla cima degli spalti, solo per essere gentilmente… rispedito indietro. Non si sa mai, magari quei vecchietti dalla memoria di ferro avrebbero potuto mandare a memoria i movimenti del pressing alto e spoilerare tutto alla concorrenza.
Forse l’Arezzo non ha bisogno dei suoi tifosi più fedeli? Chissà, magari preferiscono spalti vuoti e silenziosi, piuttosto che concedere un pizzico di emozione a chi ha vissuto ogni epoca del club, tra gioie e sofferenze.
E così, mentre in Premier League si celebrano gli anziani tifosi come memoria storica del club, da noi si preferisce blindare gli allenamenti, neanche fossimo il Manchester City. Complimenti, davvero: il calcio senza passione e senza tifosi non è calcio, ma a qualcuno sembra non importare.
Forse, la prossima volta, basterà presentarsi in incognito. Magari con un taccuino e un paio di occhiali scuri: dicono che così, a bordo campo, si passi inosservati.
Aggiungo questa nota all’articolo:
Come scrive in un post Cesare Fracassi, evidentemente oggi per assistere a un allenamento servono credenziali speciali. Forse anni di fede calcistica e trasferte infinite non bastano più.