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Il Pozzo di Tofano: la storia vera e i retroscena inaspettati

Il gossip di Cesare Fracassi
Una beffa ingegnosa, un amante opportunista e una storia che supera la fantasia del Boccaccio

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Nel Decamerone di Giovanni Boccaccio, alla settima giornata, viene narrata la celebre novella del ricco aretino beffato dalla moglie e deriso dai parenti di lei.

Secondo il racconto del Boccaccio, la vicenda si svolse così: la moglie del ricco uomo, una donna bellissima di nome Margherita, detta Ghita, stanca della gelosia ossessiva del marito, decise di tradirlo. Approfittando delle frequenti ubriacature dell’uomo, che al rientro si addormentava pesantemente, Ghita usciva di casa per incontrare un giovane amante con cui intratteneva una relazione.

Una sera, però, il marito decise di fingere di essere ubriaco e, appena lei uscì, chiuse il chiavistello della porta per impedirle di rientrare. Al ritorno, la donna trovò la porta sbarrata e, temendo lo scandalo, implorò il marito di aprire, minacciando di gettarsi nel pozzo davanti alla casa per evitare di essere considerata una “svergognata”.

Il marito, impietoso, ignorò le suppliche e si ritirò dalla finestra. Ma Ghita, furba, afferrò una grossa pietra e la scagliò nel pozzo per simulare il rumore di un tuffo. Credendo che la moglie si fosse davvero buttata, il marito accorse immediatamente. Nel frattempo, lei approfittò del momento per rientrare in casa e chiudere la porta dietro di sé. Il pover’uomo si ritrovò fuori, mentre Ghita lo derideva dalla finestra.

Richiamati dai rumori, accorsero i vicini e i parenti di lei. Con grande astuzia, Ghita riuscì a far passare il marito per libertino, subendo per giunta rimproveri e percosse da parte dei presenti.

Ma la vera storia non finisce qui…

Ghita, sempre più sicura del suo inganno, fece entrare il giovane amante anche di giorno, spacciandolo per un corniciaio e falegname impegnato in lavori domestici. Col tempo, la donna trovò sempre nuove mansioni per trattenerlo in casa, consolidando la loro relazione. Alla morte di Ghita e del marito, venne alla luce un testamento inaspettato: la donna lasciò al giovane una somma considerevole e persino la casa.

Solo allora si scoprì che l’amante non era solo un abile gigolò ma anche un uomo senza scrupoli. Aveva sedotto altre donne per interesse, rivelandosi persino bisessuale. Ironia della sorte, fu vittima egli stesso di un amante maschile che lo tradì, portandolo alla rovina. Da povero artigiano, si era trasformato in un uomo ricco e desiderato, ma la sua parabola si concluse tragicamente.

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Cesare Fracassi
Cesare Fracassi
Nato ad Arezzo nel 1946, in via Crispi 66, al suono della prima sirena del Fabbricone. Frequentò le elementari a Sant'Agnese, una scuola di vita e di battaglie. Dopo le medie, proseguì con il liceo classico e intraprese studi di medicina e giurisprudenza, completando tutti gli esami di quest'ultima. Calciatore dilettante, fondatore della squadra Tuscar Canaglia, sciatore agonistico e presidente della FISI provinciale. Esperienze lavorative: mangimista, bancario, consulente finanziario, orafo, advisor per carte di credito, ideatore della 3/F Card, registrata presso la SIAE (sezione Olaf n°1699 del 13/4/2000) con il titolo "Global System", agricoltore e, ora, pensionato.
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