I Carabinieri Forestali del NIPAAF di Ancona, con la collaborazione delle forze dei gruppi provinciali di Ancona, Arezzo, Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro Urbino e Perugia, hanno notificato avvisi di garanzia a 21 persone, tra cui 16 imprenditori e 5 pubblici ufficiali, e a due società. Tra gli indagati figurano soggetti residenti nella provincia di Arezzo, accusati di una serie di reati, tra cui corruzione, turbativa d’asta, truffa aggravata, falsità ideologica e materiale, rivelazione di segreti d’ufficio, subappalto non autorizzato e responsabilità amministrativa delle persone giuridiche per corruzione.
Le indagini, iniziate nel gennaio 2021, hanno preso il via da lavori di manutenzione idraulica condotti in violazione delle normative paesaggistiche e ambientali lungo i fiumi marchigiani. Tra i coinvolti, alcuni imprenditori di Arezzo avrebbero partecipato ad accordi illeciti con funzionari pubblici per manipolare le gare d’appalto e ottenere favori economici.
I lavori appaltati, spesso eseguiti in modo difforme rispetto ai progetti originali, godevano dell’approvazione dei direttori dei lavori coinvolti nelle accuse di corruzione. Gli imprenditori, tra cui alcuni operanti nella provincia di Arezzo, avrebbero concordato in anticipo le offerte da presentare, arrecando danni economici alle casse pubbliche.
L’inchiesta ha identificato almeno cinque interventi pubblici sospetti, due nella provincia di Ancona, due nella provincia di Pesaro Urbino e uno in quella di Ascoli Piceno, per un valore complessivo di oltre 1,2 milioni di euro. Alcuni degli imprenditori coinvolti, tra cui quelli residenti ad Arezzo, sarebbero direttamente implicati nei progetti appaltati.
Già il 14 giugno 2022, durante le indagini preliminari, erano state eseguite otto misure cautelari, tra cui un arresto in carcere e sette arresti domiciliari. Inoltre, sono state sequestrate somme pari a 50.288,62 euro, riconducibili a sette imprenditori e un funzionario pubblico.
Questa indagine sottolinea l’estensione territoriale del presunto sistema di corruzione, coinvolgendo anche figure provenienti dalla provincia di Arezzo, e richiama l’urgenza di una maggiore trasparenza e controllo nelle procedure di appalto pubblico.