Cosa può essere il tempo se non un insieme di attimi in successione che si annullano a vicenda?
Gli antichi, con la clessidra, confondevano il passato con il futuro semplicemente rivoltandola.
Misurare il tempo, da un punto di vista fisico, è come cercare di cogliere l’attimo: tutto è relativo al movimento.
Il tempo di caduta di una piuma da una certa altezza sarà differente rispetto al tempo di caduta, dalla stessa altezza, di un mattone. Questo, anche se ci porta al concetto di massa, rappresenta un segmento di durata, ma non il tempo.
Il passato, relativo alla nostra vita, e il futuro, che deve ancora accadere, non esistono realmente. Il passato è passato e non esiste più, mentre il futuro è un’illusione: può avverarsi o non avverarsi.
Passato, presente e futuro, se li osserviamo nella clessidra, si riducono a un solo granello che passa dal collo stretto. Ma quel granello, nel momento stesso in cui lo penso, è già passato e non esiste più.
Allora, penso: “Io sono solo in quell’attimo. Prima non ero, e dopo non sarò.”
Questa riflessione potrebbe mettere in dubbio la mia stessa esistenza. Ma ecco la teoria dei quanti: io scrivo, e sono. C’è un legame tra me e lo smartphone, e questo legame rappresenta l’esistenza. Sono i legami, la presenza di altri e degli elementi che mi circondano, a dare senso all’io.
Ma se esisto nel presente, come posso rapportarmi al tempo se non riesco a coglierlo? L’unico valore del tempo potrebbe essere come lo si vive. Ad esempio, io scrivo queste riflessioni senza sapere dove voglio arrivare, ma do un valore a ciò che scrivo mentre lo scrivo. Quello che ho scritto non mi importa più, e vado avanti, senza sapere dove.
In questa successione di attimi, in cui l’attimo non è universale, ognuno di noi ha i propri attimi. Rimuginare sul passato, che non esiste più, è inutile. Allo stesso modo, programmare un futuro, che deve ancora venire, è vano. Ciò che conta è vivere. Vivere significa passare il nostro tempo, cogliere l’attimo, e non sentirsi soli grazie all’amore per la vita che ci accompagna.
Godere di una bella fetta di salame, tagliato grosso, o di una marmellata di pomodori spalmata su una fetta di cacio fresco… questo è vivere.