Ogni cittadino italiano butta in media 1,3 kg di cibo a settimana. La causa principale dello spreco sta nella scarsa comprensione delle date di scadenza presenti sulle etichette dei prodotti alimentari.
Esiste un Regolamento europeo che obbliga a scrivere nel prodotto alimentare la scadenza. Ma la scadenza viene decisa dal produttori, in base ad una serie di fattori che vanno dal trattamento tecnologico alla qualità delle materie prime, dal tipo di lavorazione e di conservazione.
Si tende a scartare i cibi che hanno superato la data di scadenza, anche se spesso sono ancora perfettamente commestibili. La Commissione Europea ha emanato nuove regole per arginare lo spreco alimentare nel 2023, che dovranno essere applicate entro il 2025 su tutti i profitti alimentari confezionati.
Occorre saper leggere l’etichetta.
1- DA CONSUMARE ENTRO Il cibo che ha superato questa data, se consumato, potrebbe costituire un rischio per la nostra salute.
2. DA CONSUMARSI PREFERIBILMENTE ENTRO Fino alla data di scadenza il produttore garantisce che il prodotto conserverà le migliori proprietà organolettiche. Superata questa indicazione, il cibo potrebbe iniziare a perdere gradualmente di gusto, aroma o fragranza.
3. SPESSO BUONO OLTRE questa dizione puo’ essere assente ancora ma entro il 2025 dovrà essere riportata in ogni alimento confezionato. Invita a verificare attraverso i propri sensi se il cibo sia ancora buono o meno. Se il prodotto è stato conservato correttamente oltre che osservato, annusato e assaggiato con attenzione, può essere consumato senza problemi anche molto oltre la data di scadenza.
Queste nuove regole europee sono state prese per contrastare lo spreco alimentare, dove ogni anno in Europa vengono prodotte ben 57 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari.
Ovvero 127 chili per ogni abitante dell’Ue, con un costo a carico dei 27 Paesi membri di ben 130 miliardi di euro.
Numeri da capogiro che potrebbero essere abbattuti con una rieducazione alimentare e in chiave sostenibile dei cittadini comunitari.
La sensibilità contro lo spreco alimentare va collegata alla povertà alimentare che interessa il 10% della popolazione italiana. Si definisce povertà alimentare quando una persona non mangia una porzione di carne o di pesce in due giorni consecutivi. (regime alimentare onnivoro).
La povertà alimentare si basa sul consumo di proteine animali e vegetali.
Esiste una applicazione “TOO GOOD TO GO” (Troppo buono per essere buttato) contro lo spreco alimentare, già diffusa in diverse città italiane.
Il modello organizzativo e’ così articolato: la persona scarica questa applicazione che può metterla in contatto con esercizi commerciali, supermercati che hanno alimenti in scadenza. La persona può andare a ritirare alimenti, evitare lo spreco. Invito ad attivare questa applicazione. Invito ad un impegno personale di volontariato umanitario contro lo spreco alimentare e per sostenere le persone, le famiglie in povertà alimentare.