Eravamo a sciare nel grande comprensorio del circuito dei Quattro Passi, che ora si è ampliato con nuovi collegamenti, arrivando a sette o otto tracciati interconnessi. Decidemmo di pranzare al Rifugio Punta Trieste. Non avevamo prenotato, ma trovammo un tavolo all’aperto con un cartellino “Prenotato”. Eravamo in tre e ci sedemmo lì.
Di fronte a noi, appoggiati alla parete del rifugio su una panca, c’erano due ragazzoni intenti a fumare. Mentre aspettavamo le costine di maiale alla griglia con patate, arrivò lei: la Contessa. “Sono la Contessa… Alberto! Dov’è il mio tavolo?!”, tuonò rivolta al capo cameriere. Alberto indicò proprio il nostro tavolo, e lei, spazientita, replicò: “Mandali via! Io ho prenotato da giorni!”
Mentre attendevamo ancora il pranzo, ci spostammo a un altro tavolo liberatosi vicino, dove un’intera famiglia si era appena alzata. Mio fratello, però, si attardava a raccogliere guanti e casco, fumando il suo toscanello. La Contessa, nel frattempo, continuava a incalzare: “Muovetevi! Devo mettermi a sedere!” Nonostante fosse sola e il tavolo fosse per otto persone.
Con calma, mio fratello rispose: “Calma, con calma, ora mi sposto!” Quando si sedette accanto a me, sbottò: “Lei sarà anche una Contessa, ma è una segacaxxi!”.
Gli altri avventori scoppiarono a ridere, manifestando approvazione verso la rimostranza di mio fratello. La bisbetica, però, sembrava non curarsene. Nel frattempo, i due ragazzoni di fronte a noi continuavano a essere assenti. Pensai fossero stranieri e iniziai a spiegare loro l’accaduto in inglese. Mi guardarono impassibili, senza reagire.
Rivolto a mio nipote, chiesi: “Saranno russi?”. E lui, con aria divertita, rispose: “No, stanno fumando una canna!”.