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Chi erano davvero i masnadieri?

Il gossip di Cesare Fracassi
Dal ruolo di difensori armati dei signori medievali alla deriva come predoni e banditi: l'evoluzione dei masnadieri tra storia e mito

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Non stiamo parlando della tragedia di Friedrich Schiller, né dei personaggi come Karl, Franz, o Amalia, musicata da Verdi. Tuttavia, proprio Karl si ritrova tra i masnadieri: combattenti, eroi, giustizieri, banditi e sicari. Ma chi erano realmente i membri della “masnada” nell’antichità?

Nel periodo medievale, al tempo del Castello di Franconia immerso nella Selva Boema, ambientazione del dramma di Schiller, i masnadieri si trasformarono da semplici armati al servizio di un signore a bande di violenti predoni. Inizialmente, erano servi armati, utilizzati come guardie personali e per il mantenimento dell’ordine pubblico. Con il passare del tempo, però, gruppi di questi uomini abbandonarono la legalità, divenendo briganti, simili ai “bravi” descritti da Alessandro Manzoni.

Durante il Medioevo, i signori feudali e i nobili che governavano castelli e territori avevano bisogno di un piccolo drappello armato per proteggere sé stessi, le loro famiglie e gestire attività cruciali come la riscossione delle imposte. Questi uomini armati, mantenuti a spese della città o dello stato, svolgevano una funzione simile a quella che oggi attribuiremmo alle forze dell’ordine. Tuttavia, non esitavano a ricorrere alla violenza per svolgere i propri compiti.

Un esempio documentato si trova negli archivi di Stato di Siena, dove si registra che al castellano di un presidio venivano corrisposte dieci libbre (circa 4,5 kg) di denaro al mese per il mantenimento del suo ruolo, mentre per ogni masnadiero erano previste tre libbre (circa 1,5 kg). La libbra, da cui deriva la parola “lira”, era una misura di peso usata per valutare le monete, dato che quelle in rame o bronzo, destinate all’uso quotidiano, venivano considerate in base al loro peso. Le monete d’oro e d’argento, invece, erano riservate a transazioni importanti.

A proposito di denaro, si narra che Pier Saccone, quando ricopriva il ruolo di vicario a Castiglioni, inviò un carro carico di monete per un prestito a una famiglia di possidenti di Ampugnano e un altro a un nobile ghibellino di Capannori, nei pressi di Lucca. Questo episodio dimostra quanto il sistema economico e sociale fosse intrecciato con le attività della masnada e dei loro signori.

Questi “carabinieri medievali” si muovevano tra legalità e illegalità, incarnando un ruolo che oscillava tra difensori della giustizia e predoni senza scrupoli.

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Cesare Fracassi
Cesare Fracassi
Nato ad Arezzo nel 1946, in via Crispi 66, al suono della prima sirena del Fabbricone. Frequentò le elementari a Sant'Agnese, una scuola di vita e di battaglie. Dopo le medie, proseguì con il liceo classico e intraprese studi di medicina e giurisprudenza, completando tutti gli esami di quest'ultima. Calciatore dilettante, fondatore della squadra Tuscar Canaglia, sciatore agonistico e presidente della FISI provinciale. Esperienze lavorative: mangimista, bancario, consulente finanziario, orafo, advisor per carte di credito, ideatore della 3/F Card, registrata presso la SIAE (sezione Olaf n°1699 del 13/4/2000) con il titolo "Global System", agricoltore e, ora, pensionato.
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