Immaginatevi un piccolo borgo. Chiamiamolo Poggiolento. Immaginatevi pure una leggenda che da generazioni solletica la curiosità dei suoi abitanti: lo Spirito della Giovinezza si nasconde lì, tra loro.
C’è chi dice: «Sta nei boschi!» e sono principalmente i vecchi. C’è chi dice: «Nel pozzo storto!» e questi sono i bambini. Marisa dice: «È la ricetta della grappa di nonno Egidio!», ma lei ha sempre un bicchierino di grappa in mano e quello che dice non conta tanto.
A Pioggiolento c’è un barbiere, di nome Gianni, che avrà ascoltato questa storia mille volte, forse di più, e, una mattina, mentre spunta i baffi di Marcello, se ne esce, così, dal nulla, con questa frase: «Lo Spirito della Giovinezza. Se nessuno l’ha mai trovato forse è perché non sa dove cercare! O forse perché se n’è andato. O forse perché proprio non esiste più.»
«Ma sì: è morto» dice Marcello, che di mestiere fa il fruttivendolo e nel giorno di chiusura del suo negozio si ferma da Gianni per farsi spuntare i baffi, leggere riviste che ha già letto e conversare del più e del meno.
Sarà per come l’ha detto, sarà per la rassegnazione che mostrava in volto, quel “è morto” risuona nella testa del barbiere tutto il giorno e la notte ancora. Non riesce a non pensare che è la stessa rassegnazione che vede nei suoi occhi stanchi ogni volta che, sforbiciando tra barba e capelli, scorge il suo riflesso nello specchio e pensa che vorrebbe tagliare ben altre cose.
E non va bene. Per niente bene.
Il giorno dopo Gianni chiude il negozio a mattina inoltrata, si presenta al centro dell’unica piazza di Poggiolento e dice, anzi urla: «Venite tutti! Venite!» E quando tutti sono lì, a guardarlo come si guarda un pavone prima che apra il suo mantello di piume, se ne esce con queste parole: «Lo Spirito della Giovinezza è tra di noi!»
Quanti sorrisi tra i presenti. Che facce divertite anche se c’è chi scuote il capo.
«È da tanto che ce lo chiediamo: dov’è? Dov’è? Gli abbiamo fatto perfino una statua per il dispiacere di non averlo mai trovato. Di averlo perduto, come si perdono tutte le cose in cui abbiamo smesso di credere. E invece sta lì, lì, davanti a noi» e indica un posto, con l’indice alzato.
Immaginatevi tutto un paese che guarda il dito di un barbiere e ferma gli occhi sotto il grande tiglio dove ogni giorno si ritrovano i bambini per giocare. Bambini che ridono, che ruzzolano sullo scivolo, che litigano su chi sarebbe stato il re. Che dello Spirito della Giovinezza, ancora, non sanno nulla.
«Lo Spirito della Giovinezza è lì, nelle risate, nell’immaginazione, nella voglia di giocare» dice Gianni, trionfante. «L’unico modo per trovarlo è non smettere mai di unirsi a loro.»
Il giorno dopo c’era chi aveva disegnato i quadrati del gioco della campana, sotto quel tiglio. E i nonni giocavano coi bimbi a nascondino.
Immaginatevi ora, per finire questo racconto, un barbiere che incontra il proprio sguardo allo specchio e, da solo, per la prima volta, si fa sorridere. Ieri ha buttato le vecchie riviste e le ha sostituite con i libri che ha comprato in libreria. Sono libri per bambini e per ragazzi ma che vuol dire: sono talmente belli e colorati!
Si segnala che l’immagine è parte di un processo creativo che ha chiamato in causa l’intelligenza artificiale. Da qui il nome della serie “Ai Stories”.