Ah, San Zeno, piccolo angolo di paradiso che, almeno secondo gli ultimi rumor, si sarebbe trasformato nella nuova Chernobyl italiana. Prima l’inceneritore che brucia cocaina come se fosse un barbecue di lusso, poi un’esplosione alla Safimet che ha fatto scattare le chat di WhatsApp più veloci di qualsiasi sirena d’emergenza.
Non ci si è fatti mancare nulla: fake news che parlano di cianuro nell’aria e di venti letali, mascherine da indossare come se fossimo tornati ai tempi della pandemia, e perfino il misterioso intervento dei “nasi d’élite” – esperti olfattivi mandati a rassicurarci che “se non puzza, è tutto ok”.
300 kg di cocaina in fumo
Partiamo dalla notizia che ha fatto alzare le sopracciglia anche ai più disillusi: 300 chili di cocaina inceneriti. Una quantità tale che, se fosse stata dispersa nell’aria, probabilmente avremmo visto gli abitanti di San Zeno camminare velocissimi e con un entusiasmo sospetto. Ma no, rassicurano le autorità, l’inceneritore ha fatto il suo lavoro: tutto regolare, tutto a norma. E se in zona vi sentite un po’ euforici, è solo suggestione.
L’esplosione alla Safimet: la miccia dei complottisti
Poi, come se San Zeno non fosse già al centro dell’attenzione, arriva l’esplosione alla Safimet. Un incidente serio, certo, ma non abbastanza per giustificare il delirio informativo che ne è seguito. “C’è cianuro nell’aria!”, urlano le chat di WhatsApp. “Chiudetevi in casa, indossate le mascherine, pregate per le vostre piante grasse!” Peccato che l’Asl Toscana sud est abbia subito smentito tutto: niente cianuro, niente nube tossica.
E allora viene da chiedersi: perché tanta paura? Forse perché ci piace credere a storie apocalittiche? Forse perché, in fondo, San Zeno tossico suona quasi poetico, come un luogo uscito da un romanzo distopico?
I nasi d’élite: quando il fiuto supera la scienza
A rassicurarci ci sono loro, i mitologici “nasi d’élite”. Una squadra di super esperti capaci di percepire odori che noi comuni mortali nemmeno immaginiamo. Non si sa bene come funzionino: fiutano come segugi? Usano macchinari avveniristici? Indossano tute spaziali? Non importa. Quel che conta è che loro ci dicono che l’aria è pulita, e noi dobbiamo fidarci. Del resto, se non hanno fiutato il cianuro loro, chi potrebbe?
Morale della storia
In un’epoca in cui ogni notizia viene amplificata, distorta e rielaborata fino a diventare una caricatura di sé stessa, San Zeno ci regala un perfetto spaccato della società contemporanea. Da un lato, il panico da social, dove una voce infondata si trasforma in verità assoluta. Dall’altro, la fiducia cieca nella tecnologia e nei super esperti, che devono dirci cosa è vero e cosa no.
E allora, tossica o no, San Zeno rimane una metafora perfetta del nostro tempo: un luogo in cui il confine tra realtà e immaginazione è sempre più sfumato. Ma una cosa è certa: se mai dovesse arrivare davvero una nube tossica, almeno sappiamo che le mascherine non le abbiamo buttate via.