Ricordo di una rapina avvenuta molti anni fa nella zona dello Scopetone. A quei tempi, le linee di autobus che servivano la nostra provincia includevano la Lazzi di Firenze e la Sita, oltre alla Lapea, una compagnia tutta aretina. Il suo ufficio si trovava vicino al Teatro Petrarca e i suoi autobus, di un azzurro caratteristico, portavano sulle fiancate una scritta in lettere maiuscole con una calligrafia “corsiva”. All’epoca, il corsivo era uno stile d’insegnamento popolare: fino agli anni ’50, infatti, la calligrafia—compresa quella corsiva e rondò—era una materia scolastica insegnata anche negli istituti professionali.
La linea della Lapea, se ben ricordo, gestiva in esclusiva il servizio di trasporto verso l’Alta Valtiberina, con rientro ad Arezzo. Un giorno, uno dei mezzi della compagnia, che trasportava un rimorchio per valori, pacchi, posta e altri beni, fu assaltato. L’assalto avvenne poco dopo Palazzo del Pero, prima della salita verso il passo dello Scopetone: il piccolo rimorchio fu sganciato e saccheggiato.
Quella zona della valle del Cerfone, già dall’Ottocento, era nota per la presenza di banditi. I punti di passaggio in montagna, dove i veicoli erano costretti a rallentare, erano luoghi ideali per gli assalti. Tuttavia, i banditi che colpirono la Lapea in quel caso non fuggirono a cavallo!