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martedì, Gennaio 14, 2025
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Il fascino delle piccole cose

Riscoprire la bellezza del quotidiano

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Viviamo in un mondo che ci incoraggia a consumare sempre di più, a puntare a obiettivi ambiziosi e a riempire le nostre vite di cose “spazzatura”, o a provare a rincorrere esperienze straordinarie, addirittura anche indebitandoci. Eppure, tra una conquista valida e una meno, ci capita di dimenticare quanto siano potenti i piccoli momenti di ogni giorno, quelli che, sommati, formano il tessuto reale delle nostre vite.

Le piccole cose sono il dettaglio prezioso del quotidiano: una tazza fumante di caffè al mattino, il suono delle foglie al vento, un raggio di sole che filtra dalla finestra e si posa sulla tavola apparecchiata, qualche fiore che sboccia improvvisamente nel nostro angolo verde, un aroma inaspettato che porta alla nostra mente vissuti piacevoli, l’abbraccio di un nostro familiare, le fusa del nostro gatto o la venerazione del nostro cane… Sono queste cose semplici e ordinarie a ricordarci che, anche nella nostra frenesia, esiste un ritmo naturale e dolce, fatto di gesti e atmosfere che ci riportano al momento presente.

Il fascino delle piccole cose sta proprio nella loro modestia: non richiedono preparativi, né grandi sforzi. Non sono straordinarie o sconvolgenti, ma sono lì, pronte a sorprenderci se solo decidiamo di osservarle. Basta fermarsi un istante e dedicare uno sguardo attento a ciò che ci circonda per scoprire bellezze nascoste ovunque.

In una società che misura il successo attraverso risultati eclatanti, le piccole cose si fanno portatrici di un messaggio profondo: non serve essere sempre all’apice per sentirsi soddisfatti. Talvolta, è nella semplicità che si nasconde la vera gioia. Un libro letto con calma, il sapore di un cibo preparato con cura, la quiete che si respira in una passeggiata senza meta, le luminarie di Natale. La canzone “Meraviglioso”, dove vengono ricordati, tra le rime, questi nostri tesori. Ogni momento contiene una possibilità di apprezzamento, di piacere autentico.

E poi c’è il tempo, la ricchezza più grande, quella che troppo spesso sprechiamo senza rendercene conto. Il tempo che possiamo dedicare a noi stessi e alle persone a cui vogliamo più bene vale più di qualsiasi guadagno materiale. È la vera libertà: non dover vendere le nostre ore per arricchire qualcun altro, ma poterle dedicare a ciò che davvero conta per noi.

Alessandro Magno, consapevole di questo, a un passo dal trapasso, chiese di essere trasportato alla sepoltura con le mani aperte e le braccia a penzoloni e fece disseminare tutti i suoi tesori, del momento, a terra, sparsi lungo il suo ultimo cammino. Prima di spirare, fece presente anche un’ulteriore richiesta: desiderava che fossero i medici più illuminati del tempo a portare il suo corpo sulle loro spalle per mostrare che, anche con le cure migliori e più incredibili, arriva comunque un momento in cui nulla può trattenerci in vita. Era un gesto per ricordare a tutti che, alla fine, si lascia questo mondo, così come si è entrati, con le mani vuote. È nei legami, negli attimi di presenza e nelle esperienze condivise che risiede la nostra vera eredità.

Riscoprire il valore delle piccole cose ci aiuta anche a rallentare. Invece di spostarci freneticamente da un obiettivo all’altro, possiamo imparare a “stare” nelle nostre giornate, senza la pressione di dover sempre fare di più. In fondo, non è forse questo il segreto della felicità? Come sempre ricordo a me stessa: saper apprezzare il “qui e ora”, senza preoccuparsi di ciò che verrà, e trovare nell’ordinario la straordinarietà.

E allora, fermiamoci! Lasciamo che siano le piccole cose a condurci verso una dimensione più semplice e sincera della vita. Non dobbiamo per forza scalare montagne, correre verso mete lontane o realizzare grandi imprese per sentirci completi. A volte, è sufficiente aprire gli occhi, fare un respiro profondo e godere di quello che abbiamo davanti a noi, senza desiderare altro.
S.S.C.

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Sabina Sabrina Crivellari
Sabina Sabrina Crivellari
Sabina Sabrina Crivellari, nata a Milano nel 1955, si trasferisce a Melzo nel 1990. Membro del “GAM” dal 1997, partecipa a mostre locali esplorando diverse tecniche artistiche: ritratti a matita, dipinti a olio, sculture in argilla e quadri in resina. Ha fondato una galleria d’arte e una scuola di cake design. Il quotidiano Il Giorno ha descritto via Napoli 37 come “la Montmartre di Melzo”. Attualmente, si dedica principalmente alla scrittura.

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