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La carità per gli ultimi: una lezione da Andy Warhol e da tante comunità come quella di Sant’Egidio

L'esempio silenzioso di Andy Warhol e la dedizione di comunità come Sant’Egidio ci ricordano il valore della carità e della solidarietà verso gli ultimi

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“Viviamo in un mondo dove l’opulenza può facilmente distrarci dai veri bisogni della società. Ogni giorno ci muoviamo nelle nostre vite piene di impegni, senza spesso fermarci a riflettere su chi rimane ai margini, su chi non ha nulla. Questo pensiero dovrebbe toccarci profondamente, ma spesso passa inosservato.

Un esempio che mi ha sempre colpito è quello di Andy Warhol. Nato in una famiglia profondamente cattolica, Warhol era cresciuto con una forte radice religiosa. La sua famiglia seguiva il rito bizantino e Andy, per oltre 20 anni, fece pellegrinaggi settimanali verso la chiesa di San Giovanni Crisostomo a Pittsburgh. Anche da adulto, a New York, continuò a partecipare discretamente alle funzioni religiose, evitando di parlarne pubblicamente, ma mantenendo un forte legame con la sua fede. Questa spiritualità influenzò anche le sue opere, specialmente negli ultimi anni della sua vita, come si può vedere nella sua serie dedicata all’Ultima Cena .

Nonostante la sua fama e il successo nel mondo dell’arte, Warhol praticava la carità in modo discreto. Negli ultimi anni della sua vita, durante le festività, visitava una missione per senzatetto, offrendo pasti caldi in modo anonimo. Questa generosità silenziosa, scoperta solo dopo la sua morte, è una testimonianza del suo profondo senso di umanità .

Ma non solo i grandi nomi come Warhol brillano nel buio della povertà. La Comunità di Sant’Egidio, un esempio fra tante, fondata a Roma nel 1968, è cresciuta grazie al contributo di migliaia di volontari in tutto il mondo, dedicati all’aiuto dei senzatetto, degli anziani, degli immigrati e di tutte le persone in difficoltà. La forza della Comunità di Sant’Egidio non risiede nella fama dei suoi membri, ma nella loro dedizione e nel loro spirito di servizio. Persone comuni, spesso con famiglie e lavori a tempo pieno, trovano il modo di prendersi cura degli ultimi, vivendo ogni giorno un esempio di carità e solidarietà.

Oltre a Sant’Egidio, si sa, ci sono numerose altre comunità e organizzazioni che operano con lo stesso spirito, giusto ricordare. Organizzazioni locali e internazionali come la Caritas, la Croce Rossa e moltissime altre, lavorano instancabilmente per offrire aiuto a chi ne ha bisogno. Non dobbiamo dimenticare che ogni gesto di solidarietà, grande o piccolo, ha un impatto significativo. Anche se non possiamo sempre donare il nostro tempo, possiamo comunque sostenere queste cause attraverso donazioni o iniziative locali.

Tuttavia, è importante essere consapevoli. Alcune grandi organizzazioni trattengono una parte delle donazioni per coprire spese amministrative, e in questi casi può sembrare che il nostro aiuto non arrivi direttamente a chi ne ha bisogno. Questo non deve scoraggiarci dal donare, ma ci invita a fare attenzione e a scegliere con cura. A volte, fare del bene direttamente a persone della nostra comunità o sostenere cause locali può essere il modo migliore per vedere il nostro contributo fare davvero la differenza. In ogni caso, l’importante è non perdere mai di vista l’importanza della solidarietà e della generosità, perché ogni piccolo gesto può trasformarsi in una luce per chi ne ha più bisogno.

La vera grandezza non si misura nel numero di opere vendute o nella fama, ma nei piccoli gesti di carità che possiamo fare. Seguendo l’esempio di Warhol e delle migliaia di persone anonime che dedicano la loro vita al servizio degli altri, possiamo tutti contribuire a rendere il mondo un posto migliore, anche nel nostro piccolo”. * S.S.C. *

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Sabina Sabrina Crivellari
Sabina Sabrina Crivellari
Sabina Sabrina Crivellari, nata a Milano nel 1955, si trasferisce a Melzo nel 1990. Membro del “GAM” dal 1997, partecipa a mostre locali esplorando diverse tecniche artistiche: ritratti a matita, dipinti a olio, sculture in argilla e quadri in resina. Ha fondato una galleria d’arte e una scuola di cake design. Il quotidiano Il Giorno ha descritto via Napoli 37 come “la Montmartre di Melzo”. Attualmente, si dedica principalmente alla scrittura.
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