“Immaginiamo “un mondo dentro un mondo”, un pianeta sommerso, nascosto sotto la superficie che vediamo ogni giorno…Pensiamo spesso al mare come a un’immensa distesa di onde, un luogo per navigare, per godersi una crociera o una nuotata. Eppure, sotto quelle onde, si cela un regno sconosciuto, un universo a sé stante che pochi di noi riescono a immaginare. Un sub che risale lentamente da un abisso è come un messaggero che emerge da un altra dimensione portando con sé il peso di qualcosa che possiamo solo intuire.
Il mare, per noi, è spesso sinonimo di vacanze, di relax. Ma c’è un’altra realtà che vive sotto la superficie: gli abissi insondabili, profondità dove nemmeno la luce del sole riesce a penetrare, dove il silenzio diventa assordante! Pensiamo alla “Fossa delle Marianne”, uno degli abissi più profondi del pianeta, un luogo che si spinge più di 8.000 metri sotto il livello del mare. Chi può davvero immaginare cosa si nasconde in quelle profondità e più ancora in fondo ad abissi ancora, a noi, sconosciuti? Creature mai viste, paesaggi alieni, forse anche segreti che potrebbero riscrivere ciò che sappiamo della vita stessa!
Il “Titanic”, quel gigante che riposa silenzioso sul fondo dell’oceano e che di sta sgretolando, sciogliendo…è un simbolo del mistero e del fascino del mondo sommerso. Eppure, anche nel tentativo di esplorarlo, l’anno scorso abbiamo visto come l’oceano può facilmente ricordarci la sua inviolabilità. Una spedizione che finisce in tragedia, una capsula esplosa, con dei miliardari a bordo, imbarcatisi per la curiosità di svelare ciò che il mare custodisce gelosamente da oltre un secolo. Quest’anno, però pare, che una nuova spedizione, abbia avuto successo, come se l’oceano avesse deciso, per un attimo, di concedere una tregua, permettendo a pochi fortunati di avvicinarsi ai suoi segreti.
Ma cosa c’è davvero nei cuori degli oceani? Cosa si nasconde oltre le nostre attuali capacità di esplorazione? Non parlo di tesori o di oro! Parlo di meraviglie che vanno oltre l’immaginazione! Esseri che non abbiamo mai visto, paesaggi di una bellezza che non possiamo concepire, o forse, chissà, tracce di civiltà “aliene” che hanno trovato rifugio nelle pieghe più remote del nostro pianeta. Non sarebbe così assurdo pensare che qualcosa di completamente diverso, da noi, possa esistere, là, dove non possiamo arrivare! In quelle aperture sconosciute, quelle fratture nella crosta terrestre che nessuno ha mai visto da vicino, chi sa cosa potrebbe vivere? O cosa potrebbe riposare?
Ogni tanto, l’umanità fa un piccolo passo verso la scoperta, ma poi viene subito richiamata indietro, come se il mare stesso, con la sua saggezza millenaria, volesse proteggerci da qualcosa che ancora non siamo pronti a conoscere. Noi viviamo su questo pianeta, ma sappiamo davvero così poco di ciò che si trova sotto la sua superficie! E forse, è proprio quel mistero, quella consapevolezza che ci sfugge qualcosa di incredibile, che rende il mare così affascinante, così potente nella sua insondabilità.
Chissà cosa ci aspetta laggiù, nascosto nel buio.
Sono lieta che, almeno per ora, questi abissi rimangano inviolati. Mi conforta sapere che ci sono luoghi, come il cuore profondo degli oceani, dove l’uomo non è ancora riuscito a mettere mano, dove la natura rimane sovrana, intatta, incontaminata. In un mondo dove abbiamo devastato foreste, cieli e terre in soli settant’anni di industrializzazione, questi abissi sono forse l’ultimo baluardo di un pianeta che ci chiede solo di essere lasciato in pace! E spero, con tutto il cuore, che restino così per l’eternità.
Tuttavia, vedo con dispiacere i tentativi continui di perforare e sfruttare anche ciò che rimane sotto la superficie del mare, come sta accadendo nel nostro Adriatico. Mi riempie di pena vedere come si voglia estrarre gas naturale e petrolio dai fondali, rovinando un ecosistema davanti a “casa nostra”, danneggiando pesci e l’intera natura marina che è già così fragile. Siamo testimoni di una lotta tra chi vuole proteggere queste acque e chi, come i croati, è già andato avanti con le perforazioni. E se poi ci ritroveremo a comprare il gas e il petrolio, da loro, maggiorato, dopo che avremo comunque perso il nostro mare, non sarà l’ennesima beffa? Forse sarebbe meglio che decidessimo di gestire noi queste risorse, se proprio dobbiamo arrivare a questo punto! Eppure, in fondo al cuore, vorrei solo che non accadesse mai.
Mi unisco a tutti quelli che, come me, desiderano che almeno questi abissi sconosciuti restino inviolati, che non si ceda alla tentazione di distruggere anche gli ultimi frammenti del nostro pianeta che sono rimasti puri. È un peccato vedere come l’uomo, in meno di un secolo, sia riuscito a compromettere così tanto, e mi auguro che almeno queste profondità marine possano continuare a rimanere un mistero, un rifugio di meraviglie sconosciute che non hanno bisogno di essere scoperte per esistere”. S.S.C.