L’ESPRESSIONISMO E AREZZO
Per chi desidera saperne di più, iniziamo col dire che l’Espressionismo è una corrente artistica e letteraria nata in Germania nel 1907, che progressivamente ha influenzato varie nazioni fino al 1926.
Questo movimento ha un duplice valore: non solo rappresenta un fenomeno artistico ben delimitato, ma costituisce anche un concetto critico verso opere in cui prevale l’aspetto emotivo, caratterizzato da esasperazioni ben definite.
Se osserviamo sia la letteratura che le opere d’arte dell’antichità, possiamo identificare una sorta di categoria “eterna” nell’arte: basti pensare all’Iliade, in cui abbonda “l’ira funesta che infiniti lutti addusse agli Achei”. Nei versi di Omero si percepisce talvolta una certa enfasi, come nella descrizione del duello tra Ettore e Achille, in cui il movimento domina la scena descritta.
Tornando all’Espressionismo come corrente artistica, esso emerge insieme a molti movimenti d’inizio Novecento, gli “ismi”: socialismo, comunismo, fascismo, nazismo, e in ambito artistico, futurismo e surrealismo.
Esempi di questa nuova espressione si trovano già prima del 1907, come nel manifesto del gruppo “Die Brücke” del 1905 e nel frontespizio della rivista “Der Sturm”.
Assistiamo a una ribellione dello spirito contro la materia: non è una manifestazione pacifica, si estremizza. Gli espressionisti, insieme a pochi comunisti, si opposero alla guerra, e questo movimento abbracciò un gusto apocalittico. Emergevano riviste come “La tempesta”, “Forze nuove”, “Rivoluzione”, dove il concetto di rivoluzione si trasformava in una dimensione quasi religiosa.
L’Espressionismo divenne così “gli occhi dell’anima”.
Questo movimento prediligeva la distruzione della convenzione, il rumore, il gioco, la crudeltà, la sfacciataggine, fino alla brutalità. Le riviste del tempo incitavano a un’arte incomprensibile sia ai sensi che all’intelletto, con slogan provocatori: “Venite, barbari, sciti, negri, indiani, e pestate!”.
E ora, il legame con Arezzo e la realtà attuale?
È facile trovare similitudini tra situazioni e fatti determinati da un’economia dominata da multinazionali e disposizioni sovranazionali, dettate da interessi materiali. E dopo…?
Quali “ismi” sorgeranno?