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mercoledì, Aprile 2, 2025
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Le memorie del nostro vissuto: un legame con le radici

Scrivere le proprie memorie non è solo un atto di riflessione personale, ma un ponte verso le nostre radici, che ci collega al passato e ci guida nel futuro

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Stasera sento forte il bisogno di condividere un pensiero che, forse, ognuno di noi ha sfiorato almeno una volta. Sarebbe bello se ciascuno trovasse il tempo di scrivere le memorie della propria vita, di quel “nostro vissuto” che, con i suoi momenti di gioia, dolore, conquiste e sconfitte, rappresenta un prezioso tassello della vita nella storia della nostra famiglia.

Purtroppo, tranne pochi fortunati di alto lignaggio, sono in pochi a poter raccontare qualcosa dei propri avi. Ed è un peccato! Ogni vita è un racconto unico, ogni ricordo un filo che compone il tessuto della nostra identità. Senza queste storie, rischiamo di sentirci come foglie al vento, senza radici.

Conservare e tramandare ciò che abbiamo vissuto non è solo un modo per non perdere di vista chi siamo e da dove veniamo, ma è anche un dono per le generazioni future. Non dobbiamo essere grandi eroi o provenire da famiglie illustri per avere qualcosa da dire. Ogni storia, anche la più semplice, è un tesoro, una “finestra aperta sul mondo” di chi ci ha preceduto e su come noi stessi siamo diventati ciò che siamo.

Scrivere è un atto d’amore per la nostra essenza animica e verso coloro che verranno dopo di noi. Ci offre la possibilità di restare ancorati alla terra, di trovare forza nelle nostre radici e di lasciare un segno, per quanto piccolo, di questo nostro viaggio, mai come proprietari, ma solo come semplici custodi in attesa di passare il testimone.

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Sabina Sabrina Crivellari
Sabina Sabrina Crivellari
Sabina Sabrina Crivellari, nata a Milano nel 1955, si trasferisce a Melzo nel 1990. Membro del “GAM” dal 1997, partecipa a mostre locali esplorando diverse tecniche artistiche: ritratti a matita, dipinti a olio, sculture in argilla e quadri in resina. Ha fondato una galleria d’arte e una scuola di cake design. Il quotidiano Il Giorno ha descritto via Napoli 37 come “la Montmartre di Melzo”. Attualmente, si dedica principalmente alla scrittura.
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