ENTRA IN CASA MARSITI IL CANE
Nell’anno 3560, gli animali erano scomparsi da centinaia di anni. Durante gli anni di carestia mondiale, prima delle bonifiche su Marte, la gente li aveva sbranati e mangiati tutti. Solo i gatti, con le loro sette vite, avevano resistito per circa 100 anni. Poi era stata introdotta la politica degli allevamenti integrati di insetti, ragni, pidocchi – anche quelli crociati – e succulenti lombrichi. Continua a leggere
Circa 200 anni prima, la “Domestic Animals Ltd.” aveva ricreato, biologicamente e automaticamente, i fedeli e affettuosi animali, cani e gatti, che erano mancati per centinaia di anni a bambini, anziani, zitelle e a tutti quanti.
Grazie allo stipendio altamente remunerativo che Mana aveva raggiunto, in quanto rappresentante del consiglio “circostrizionale” (con la “t” aggiunta per le direttive!) d’Europa, la famiglia si era potuta permettere un cane.
Si potevano scegliere tutte le razze, il colore, l’altezza, la coda, il pelo e anche la durata della vita.
Mana aveva scelto un Chien de Saint Hubert, a cui fu dato il nome Jango, ricordando il luogo in cui lei e Pino erano andati anni prima con un casco-ben-Anniversary, la famosa città sospesa della regione del Menghadapi Perubalany Jangi Emarupuk, dove si fuma, si balla e si beve, un luogo di perdizione attualmente interdetto a tutti, salvo al consiglio supremo terrestre.
Jango e Cerase divennero inseparabili; l’unico problema era che, quando Cerase lo portava fuori con il casco-cane-benguinzagliato, Jango aveva una forza incredibile, tanto che l’arto duttile del piccolo arrivava fino a sei chilometri di estensione.
Inoltre, se si presentava un parente, Jango doveva mettergli le zampe sulle spalle e arrivare con il muso di fronte agli occhi.
Era stato creato identico alla razza antica, con poca visione ma un grande fiuto.
Tuttavia, all’arrivo del postacasco-ben, si incazzava come tutti gli altri cani. Ah… ed era pure intonato quando cantava!
JANGO TROVA UN CALZINO SOTTO IL LETTO, SOSPESO DAI GAS EMESSI, E…
Jango, un bioautomatico Chien de Saint Hubert, girando per tutta la casa del terzo piano sospeso, con le sue biomolecole riuscì a scovare un calzino sotto il letto, sospeso quasi all’altezza della rete stimoloviagramagnetica, acquistata da Aloe nel periodo in cui i due Ugo, quello reale e l’icona, frequentavano la Ranka ed avevano le cartucce scariche. Ma di chi era quel calzino? Continua a leggere
Era stato dimenticato da Ruth, la madre di Lyn e di Cerase, che, seguendo l’extraidraulico dalle tre braccia (e la quarta che braccio non era), lo aveva lasciato nella fretta di inseguire quell’essere.
Cerase, vedendo il suo cucciolone portargli quel calzino e riconoscendone parte del DNA, incuriosito, incitò Jango: “Vai, trova!”.
All’istante, Jango corse sulla terrazza e iniziò a ululare verso il cielo…
(Ruth era la più bella briciautonoma mai costruita, talmente bella che i tecnici la tennero nascosta alle “cape”, adducendo come giustificazione che fosse un prodotto da rottamare in quanto difettoso. Dopo un certo periodo, la giovane e sexy Ruth fu chiusa in un privé del circolo degli arcilessi.
Poi, tramite sua cugina Mana, si era fatta inserire anche lei un reattore nucleare genetico ad espansione collegato a una stampante tridimensionale e si era fatta mettere incinta: prima da Pino, da cui nacque Lyn, e poiché voleva un maschietto, successivamente con Ugo, da cui nacque Cerase).
La distanza tra le galassie era enorme, ma lo spazio ricurvo risuonò come un’eco, che raggiunse Ruth, che nel frattempo aveva avuto un braccio incastrato nella stampante.
Dopo un’operazione riuscita, suturata con una cerniera a lampo a combinazione, presa dal rimorso di aver lasciato i figli, chiamò un autocasco-ben-taxi-cometa ultraveloce e raggiunse il cane e il piccolo Cerase.
RUTH TORNA A CASA MARSITI
Dopo abbracci, effusioni e baci, che al piccolo Cerase facevano schifo, Ruth attese il rientro di tutti gli altri: prima Pino con Lyn e il casco-ben-libri aggiornato, poi Lesto con la borsa da calcio, infine Mana rientrata da Bruxelles, e infine Ugo, che era andato a prendere un cono di gelato al vapore con Aloe.Continua a leggere
Quest’ultima guardò di traverso quel bel tocco di donna e già pensava di uccidere Ugo. Il peggio venne quando, spiegata la situazione e gli antecedenti, venne stabilito che entrambe, Ruth e Aloe, avrebbero diviso la camera con Ugo, il quale era talmente soddisfatto e felice di questa decisione.
Così arrivò la sera e il momento di coricarsi, con Ugo in mezzo alle due bricieautonome.
Tra intrecci di arti duttili, la situazione andò avanti per qualche settimana.
Incuriosito, Pino, trovandosi da solo in terrazza con Ugo, domandò: “Ugo, ma come fai ad accontentarle tutte e due? E quando sei con Aloe, che fa Ruth, e viceversa?”
Ugo rispose: “Facile… io le faccio tutte e due insieme, sono democratico!
Quando voglio stare con Aloe, do la combinazione della cerniera lampo vaginale alla mia icona, e poi, la mattina, gliela cambio! Se no, viceversa, conoscendo solo io la combinazione di Ruth!”
Pino chiese: “Ma non notano la differenza?”
Ugo rispose: “Ad Aloe tocca spesso l’icona, e sento che lei mi dice ‘Piglia, piglia, che te sento poco’. A me vien da ridere, ma poverina, ogni tanto ci vado. Ma certo, Ruth è da non trascurare mai!”
Pino: “Sei veramente un porco!”
Ugo: “Questa è la vita! Sss… Sss! Zitto, sta arrivando Cerase!”
Cerase: “Babbo, ha detto la signorina Ranka che ti vuole vedere. Ha detto che hai lasciato lì il portafoglio!”
Ugo, pensando: “Mha!? Ma stai a vedere che quel maiale d’icona mi ha speso 50 bufale… tanto lui non si sfatica mai!”