Arno nuovo
Non proseguiva più nel Clanis e poi nel Tevere, ora scorreva berso il Valdarno riempiendo con le sue acque l’antico lago che era stato 100 milioni di anni fa, le cui acque avevamo un emissario che si dirigeva verso Fiesole e l’attuale Firenze, anzi sia i primi etruschi di Incisa e poi i romani aprirono di più la spaccatura della crosta terrestre e prosciugarono del tutto l’antico lago dando acque alla nascente Florentiae. Continua a leggere
Fino al 12° secolo d. C., non si hanno notizie di alluvioni che provoco’ nella città Gigliata, questo nuovo corso, poi dal 1177 praticamente una alluvione ogni 40 anni fino a quella del 1966
Il letto e il suo corso per opere dell’uomo, oggi occupa solo un quinto del suo corso naturale che aveva all’epoca etrusco/ romanica.
Inoltre il suolo a monte dal Casentino fino a Firenze è composto da rocce e suolo impermjabili, tanto che la sua portata non è costante, inoltre l’ abbandono dei poderi e colture montane, ha reso i corsi dei suoi affluenti, dei veri “movimentati” torrenti, “birichino”, come lo trovarono gli antichi Etruschi!.
Il birichino Arno: un fiume manipolato nei secoli
Mentre il Tevere, in oltre tremila anni di storia, è rimasto perlopiù tranquillo, tranne che per la recente costruzione della diga del Montedoglio, l’Arno ha visto numerosi interventi nel suo percorso.Continua a leggere
Le Origini del Nome Arno
Il nome “Arno” ha diverse teorie riguardanti le sue origini. Alcuni studiosi lo fanno risalire alla lingua degli antichi Sumeri con “Arnon,” che significa “fiume racchiuso tra dirupi scoscesi.” Altri propongono una derivazione etrusca simile a quella di “Arezzo,” città situata su un pendio.
In etrusco, “Ar” potrebbe significare “pendio” e “naor” “movimento, scosceso,” termini che deriverebbero dall’antico greco euboico di Calcide, una cittadina famosa per essere stata la prima a coniare monete.
Interpretazioni della Lingua Etrusca
Analizzando la lingua parlata dagli Etruschi, emerge un metodo interessante di designare le cose, simile a un codice numerico: ad esempio, il nostro “dieci” poteva essere rappresentato da espressioni come “due mani,” “due piedi” o “il re di cuori.” Questo metodo di abbreviazione linguistica ci porta a interpretare “Ar” come “pendio” e “nor” come “movimento” o “corrente delle acque.”
L’acqua, chiamata “Tia” o “Tina” (con il theta greco), dimostra l’interesse etrusco per il simbolismo e la funzione dell’acqua nella vita quotidiana.
Gli Etruschi e l’Arno
Gli Etruschi, noti per essere culturalmente avanzati rispetto ai popoli vicini, erano esperti in agricoltura e viticoltura, come dimostrato dalla pratica di innestare viti e fermentare il “vinum.” Essi furono anche capaci di alterare il corso dell’Arno.
Anticamente, il fiume attraversava la Valdichiana, causando frequenti inondazioni fino a confluire nel Tevere vicino a Orvieto.
Per mitigare questi problemi, gli Etruschi realizzarono un’opera monumentale ad Arezzo, che consentì di coltivare ampie aree e ridurre il rischio di alluvioni nella “piana.”
A Pratantico, essi installarono delle paratie con massi di travertino provenienti da Rapolano e Grosseto, aprendo un varco più ampio a Rondine per far defluire le acque verso il Valdarno.
Infine, a Incisa, già sede di un insediamento etrusco, modificarono ulteriormente il corso del fiume, creando il tracciato attuale.