Dopo il soggiorno di una settimana nel villaggio africano ospite del re del villaggio, e dopo un ritorno da avventura, ci si apri una strada in mezzo alla boscaglia, in quanto una frana aveva distrutto la sede stradale, con l’uso di maceti, su per una collinetta e poi giù nell’altro versante, almeno un centinaio di persone, che poi sospinsero tutta la colonna dei mezzi ferma, su per il nuovo tracciato, tornammo ad Aba, cittadina dell’omonimo “Abia State” in cui si parla il dialetto ” Ibo”.
Centomila abitati in quel lontano 1996, ma estesa come da Santa Firmina a Antria, in colline ondulate con costruzioni al massimo di tre piani, tra radure foreste e mercati , dove è il piu grande mercato della Nigeria “Aria Aria”.
Uno stadio da 10 mila spettatori, sterrato, sotto le cui tribune c’è o c’era il mercato dei prodotti della terra.
Molte chiese cristiane dove i canti la mattina e la sera accompagnano al sorgere del nuovo giorno o allo spegnersi di quello in corso.
Mi vennero ad avvertire di non uscire, cerano i “Manigoldi.”
Vi ricordate quando rapivano ingegneri, tecnici delle compagnie petrolifere e chiedevano i riscatti , mi fu spiegato che i governatori dei 36 stati nigeriani con i loro ministri e o assessori sono tutti corrotti, viaggiano in Ferrari, nelle poche vie asfaltate, sia quelli meridionali ricchi di gas e petrolio, che quelli settentrionali, ricchi di terre rare, dove imperversa Boko Haram.
Ebbene questi, Manigoldi, sono una specie di Robin Hood prendono i riscatti un po’ le distribuiscono tra popolazione e tra la stessa polizia e il rimanente si comprano armi auto e terre.
Era una giornata senza luce, ero stato portato dentro la casa dei miei ospiti, prelevato dal misero Hotel, composta di due camere per otto persone, un cuninotto una doccia a secchi d’acqua, un cesso e un salotto con due poltrone e un divano, ma almeno i topi qui erano gentili o timidi.
Il caldo, il chiuso, sentivo il vocio delle centinaia di persone che accompagnavano ai lati della Avenue Road ( strada urbana, che taglia la città da nord a sud), con case a due piani intervallate da saloon,e negozi, per modo di dire, che avcompagnavano, dicevo, il gruppo di manigoldi, 5 marcantoni, con fucili con caricatore, 2 mitra, e in mezzo davanti a tutti vestito con abito scuro gessato e un cappello alla borsalino e una pistola a tamburo tra la cintura, il capo.
Curioso mi ero liberato dei miei ospiti carcerieri e mi ero seduto in una panca sotto un portico rialzato di una specie di bar ristorante ( un piatto di riso con osso con carne al sugo e birra, 85 naeree, circa 1000 lire), quando passarono di fronte al bar la folla ai lati si fermò, il capo, ero forse l’unico bianco della città, venne verso di me e si sedette accanto, mi chiese una sigaretta e io gliela offri’ ” where you from?” domandò ed io ” from Italy”, prosegui’, ” do you know the mafia ? ”
“I am mafia!” risposi ridendo, sia io che lui e mentre si fumava entrambi la sigaretta, mi disse che aveva ucciso un usuraio 6 case prima, a richiesta di molte persone povere per i suoi alti tassi di interesse…, mi chiese poi se mi piaceva la Nigeria, gli dissi che ero stato in un villaggio, ospite del re, e che mi era sembrato di stare nel paradiso terrestre, ” you, are my white brother”, e salutandci alla maniera nera con il colpo finale al petto si alzò e si allontanò seguito dai suoi “bravi” e da una folla sempre più numerosa.
Il comando della polizia era a 1 km dal nostro incontro, ma non c’era ombra di poliziotto, da quel giorno le persone avevano un certo timore, ero rispettato, non che prima non lo fossi stato, ma non sono in mafioso, e forse il capo aveva capito che ero una persona che valevo poco!?.