Molte persone vivono una disregolazione nella comunicazione bidirezionale tra intestino e cervello.
Disregolazione vuol dire che la comunicazione tra cervello e intestino non si ha.
Noi non ci accorgiamo di questo scenario biologico.
Non si sta bene, ma non ci pensiamo perché non si conoscono gli effetti della qualità del cibo che mangiamo.
Cervello e Intestino sono i due organi che possiedono il più grande numero di neuroni nel nostro organismo.
Quando pensiamo all’intestino, immaginiamo un “tubo” un contenitore vuoto che noi riempiamo con il cibo quotidiano.
Pensare così e’ riduttivo.
Dobbiamo spostare la nostra attenzione dal VUOTO alla PARETE intestinale che registra e processa, assorbe gli alimenti ingeriti.
La parete del lungo “canale” intestinale e’ un ORGANO capace di condizionare l’intero nostro organismo, cervello compreso.
Dove passa il cibo lascia il suo segno sulla parete intestinale. Noi non percepiamo le stimolazioni viscerali degli alimenti perché l’intestino è governato dal sistema nervoso autonomo, svincolato dalla nostra volontà.
Tutte le stimolazioni viscerali partono dalla parete intestinale attraverso il nervo vago per essere trasferite al cervello.
È il cervello risponde inviando stimolazioni nervose sulla parete intestinale.
Quando questa comunicazione bidirezionale salta noi avvertiamo: dolore addominale, disturbi funzionali intestinali (meteorismo, stipsi o diarrea, reflusso gastro esofageo, dispepsia, senso di pienezza, eruttazione…spasmi…) e disturbi psichici (ansia, depressione , tristezza, mancanza di vitalità, malessere.
Tre sono le principali variabili che incidono sulla disregolazione della comunicazione bidirezionale tra intestino e cervello: 1- alimentazione 2- microbiota 3- stress psichico.
Questo articolo vuole solo introdurre la conoscenza del ruolo della parete intestinale come guida metabolica, ormonale, immunitaria, psichica dell’intero nostro organismo.
Evidenzio che più volte scrivo su intestino.
Lo faccio perché l’attuale modello di alimentazione e di produzione industriale del cibo non e’ sempre compatibile con il nostro intestino.
Tutti gli scaffali dei supermercati finisco nel nostro intestino, che non riesce più a dialogare con il cervello.
Si vive una dissociazione tra corpo e cibo.
Non conosciamo gli effetti del supermercato dentro di noi.
Si diffonde sempre di più la sindrome dell’intestino irritabile (IBS: Irritable Bowel Syndrome) che se non curata può portare alla sindrome dell’ intestino infiammato(IBD: inflammatory bowel disease) che può degenerare nel tumore al colon.
Vedere con lucidità questi scenari economici di produzione agro-alimentare, di vuoto marketing pubblicitario finalizzato solo alla vendita dei prodotti alimentari industriali, vedere una offerta di cibo senza qualità, conoscere gli effetti di alimenti ultra processati e riscontrare la non conoscenza delle loro conseguenze per la salute e’ per me una sofferenza professionale.
Per questo scrivo.