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sabato, Maggio 3, 2025
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WWF Arezzo : ancora sotto attacco i torrenti del Valdarno

La domanda che ci facciamo è sempre la solita, davvero non esiste altro modo di intervenire che non distruggendo tutto?

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Continua senza sosta l’opera di distruzione dei torrenti e corsi d’acqua del Valdarno a opera del Consorzio di Bonifica Alto Valdarno.

L’ultima vittima in ordine di tempo il borro di Riofi, lungo la strada provinciale delle Cave, nel Comune di Terranuova Bracciolini.

Vegetazione ripariale distrutta completamente, macchine escavatrici in opera direttamente nell’alveo del torrente e, per la serie oltre al danno la beffa, come era facile immaginare, a distanza di alcune settimane dalla fine dei lavori, sono comparsi i primi smottamenti sugli argini.

La domanda che ci facciamo è sempre la solita, davvero non esiste altro modo di intervenire che non distruggendo tutto?
A leggere i manuali, tra cui quelli redatti dalla stessa Amministrazione regionale, sembrerebbe proprio di si. E allora perché si continua a operare in questo modo?

La scorsa estate, semmai ve ne fosse stato bisogno, dovrebbe averci insegnato che l’acqua è, ma soprattutto sarà, la risorsa più importante che abbiamo.
Tra le molteplici funzioni che la vegetazione ripariale svolge, una delle più importanti è quella di ridurre, attraverso l’ombreggiamento, la temperatura dell’acqua, migliorandone le caratteristiche chimico-fisiche e riducendo l’evaporazione, una funzione fondamentale proprio nei periodi più caldi e asciutti.

Questi torrenti sono destinati a prosciugarsi con la prima ondata di calore.
I corsi d’acqua svolgono inoltre altre funzioni importanti, sono tra i principali corridoi ecologici, permettono cioè lo spostamento di animali e piante, e spesso sono gli unici ambienti che hanno mantenuto un minimo di naturalità nei contesti più urbanizzati.

Ricordiamo che la tutela dei corridoi ecologici è un impegno preciso che la Regione si è assunta, non ultimo attraverso il Piano di Indirizzo Territoriale (PIT).
La stessa diffusione di specie alloctone invasive, come l’ormai noto Poligono del Giappone, che ha invaso oramai tanti torrenti del Valdarno, è favorita da questo tipo di gestione. Queste piante infatti sono pioniere e opportuniste, si insediano cioè dove le condizioni sono più disturbate, come su quegli argini dove ripetuti e intensivi interventi di taglio hanno cancellato qualsiasi traccia di vegetazione arbustiva e arborea, e lì proliferano e si diffondono indisturbate.

Considerando anche l’impatto sempre più evidente dei Cambiamenti Climatici, riteniamo non più procrastinabile un deciso e radicale cambio di gestione per questi importantissimi ambienti.

1 commento

  1. L”ottusità di un sistema economico che per sopravvivere prevede una crescita costante delle attività produttive e della popolazione non può permettersi di arrestarsi per quelle che sono le esigenze dell’ambiente in cui viviamo. Tutto deve sottostare ai nostri desideri di agiatezza e alle nostre richieste di accumulo di ricchezza ma così facendo non facciamo altro che compromettere solo la nostra possibilità di sopravvivenza su questo pianeta perché non potremmo mai distruggere ciò che ci ha creato.

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