Come potrebbe non far rumore un politico che di questi tempi non solo non fa promesse, ma si rifiuta addirittura di candidarsi?
Di rumore ne fa parecchio il post col quale Tito Barbini, politico di vecchio corso, tornato a fare politica dopo quindici anni trascorsi in viaggi alle estremità della Terra e a raccontarli come scrittore, annuncia su Facebook la sua rinuncia alla candidatura al Senato, che gli ha proposto Leu, Liberi e Uguali, al quale ha subito aderito e del quale è un leader riconosciuto.
Oggi non lo farebbe neanche Celestino Quinto, figuriamoci un politico che pur di entrare in una lista cambia camicia da un giorno all’altro. Barbini no, la politica l’ha sempre fatta chiamando compagni chi era e chi è con lui.
Quando quelli del Pd non poteva più chiamarli più compagni, se n’è andato con gli scissionisti.
Ora però preferisce continuare a viaggiare e scrivere libri.
Non si candida, ma lavorerà in campagna elettorale per i compagni di Liberi e Uguali.
E poi che farà?
Solo viaggi per goderseli e raccontarli?
Ai compagni si può anche negare una candidatura al Senato, ma chi ha sempre fatto politica a Cortona, ad Arezzo, al massimo a Firenze, mica può negare ai compagni del posto una mano. Tra poco più di due anni si vota per il Comune e il sindaco di Arezzo.
“Mi impegnerò in prima persona – scrive su Facebook – nelle prossime elezioni amministrative di Arezzo”.
Insomma, ancora non si sa per certo chi si candiderà da deputato o senatore per le elezioni politiche del 4 marzo.
Si sa già però almeno un nome di un candidato a sindaco di Arezzo per le elezioni amministrative del 2020.