Diciamolo una volta per tutte, la colpa è stata dello scoglio e degli isolani del Giglio.
“Se lo scoglio non ci fosse stato il naufragio della Concordia non si sarebbe verificato” dice Schettino.
E ancora: “E’ stato per salutare gli isolani che ci siamo avvicinati a riva, quindi una parte di responsabilità è certamente anche loro”.
Mentre sconta il suo primo anno da detenuto a Rebibbia, l’ex comandante della Costa Concordia sta valutando l’opportunità, insieme ai suoi avvocati, di ricorrere alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo (notizia vera).
“Sono stato offeso e deriso in tutto il mondo” dice Schettino.
E ancora: “lo scoglio due giorni prima non c’era”.
Noi dell’Ortica abbiamo un consiglio da dare a Francesco Schettino ed è quello di lasciar perdere i ricorsi; almeno se non vuol essere di nuovo al centro dell’attenzione mediatica mondiale come esempio di guida sciagurata per eccellenza.
32 morti, caro Schettino, 32 morti e l’abbandono della nave quando a bordo c’erano ancora un bel po’ di passeggeri e parte dell’equipaggio.
Sono trascorsi cinque anni, ma certe cose non si dimenticano.