Gli aretini si stanno scannando sui social dopo la morte di Gianni Boncompagni, e lo fanno da veri botoli ringhiosi superando addirittura quella del personaggio.
Eppure Boncompagni era il prototipo dell’aretino vero, quello antipatico, egoista, geniale, anticonformista che se ne fregava del bon ton ma che, in ogni caso, era riuscito a sfondare, e questo gli aretini non lo consentono a nessuno.
Del resto di antipatici famosi ne abbiamo a “iosa”, da Pau dei Negrita ad Andrea Scanzi a Patrizio Bertelli.
Ma gli aretini non perdonano il successo. Del resto sono riusciti a far incazzare anche il grande maestro Arturo Benedetti Michelangeli, e dopo Guido Monaco invece della città della musica è diventata la città del borbottio.
Certo, sono le caratteristiche di ogni città provinciale, ma è normale che chi ha dentro voglie, ambizioni e sogni cerchi di scappare e non mantenga un ricordo propriamente piacevole dei suoi abitanti. Perché la simpatia non è di questa città, basta frequentare ristoranti e negozi dove a volte sembra di dar noia invece di essere clienti ben accolti.
Che abbia avuto ragione Dante a dir che gli aretini ringhiano più di quanto siano forti?
Tutto vero, purtroppo, mio caro Luciano.