Il sindaco Ghinelli lancia l’alcol test ai figuranti: “Niente sbronze in costume!”
Arezzo – Altro che lancia d’oro, stavolta si rischia il palloncino d’oro! Il sindaco Alessandro Ghinelli, evidentemente ispirato da qualche messa sobria (o forse da un mojito in Prefettura), ha deciso: alcol test per tutti i figuranti della Giostra del Saracino. Hai capito? Prima di indossare il costume e mettersi in parata, tutti a soffiare nel tubicino come neanche a un posto di blocco il sabato notte.
Il tutto nasce dai “fatti” dello scorso settembre, quando tra il pubblico e i figuranti volarono parole, spinte e forse pure qualche bestemmia medievale. E quindi che si fa? Si sposta la colpa sull’alcol, ça va sans dire! Così, ecco la brillante trovata del nostro primo cittadino: tutti sobri o tutti a casa.
Ma non finisce qui, eh no! Anche i Rettori dei Quartieri, quei personaggi impettiti che fino a ieri marciavano soli come Papa Francesco in processione, ora saranno messi in testa al corteo del loro rione, probabilmente per controllare meglio che nessuno dei loro sottoposti abbia alzato troppo il gomito.
Ecco servita la Giostra del Saracino edizione “sobrietà obbligatoria”, in scena il 21 giugno. Intanto il calendario si fa fitto: sabato 14 giugno giuramento dei Capitani, poi giù di prove, simulazioni, bollature di cavalli e investiture di giostratori, il tutto con l’ansia addosso manco fosse l’esame di maturità… o un controllo della Finanza in cantina.
Una cosa è certa: mai come quest’anno, la vera sfida non sarà col Buratto, ma col tasso alcolemico.
Sarà l’edizione più sobria della storia o il primo caso di corteo con più etilometri che figuranti? Ai postumi – pardon, ai posteri – l’ardua sentenza.
Non era meglio arrivarci per gradi ?
Trova condiscendenza tra le autorità quel che accade per dieci giorni nelle zone vicine ai Quartieri: uso smodato di bevande alcoliche e musica pazzesca anche fino alle tre di notte. È per filiazione diretta che poi si verificano i fatti inconsulti come quelli dello scorso anno.
Musica pazzesca fino a tardi e volume fuori limite per qualunque fascia oraria.
E’ una costante per il saracino, mengo, eventi minori e locali o bar che operano impuniti con rumore oltre ogni limite.
La città e la sua amministrazione si confermano a vocazione casinista e alcolica, altro che turistica.
Non sono un caso le molteplici vittorie negli ultimi anni di Porta Santo Spirito. La denominazione ormai ha trasformato il suo significato religioso in quello alcolico. E anche Porta Crucifera ormai viene chiamata perlopiu’ Alcolcitrone. C e’ poi anche chi vorrebbe inserire nel corteo storico i paggi che scortano le damigianelle. Il sinneco e la pomposamente ridicola magistratura della giostra dovrebbero ripartire dalla revisione delle denominazioni dei quartieri.
La caratterizzazione alcolica della Giostra ne limita la qualità tecnica. Ha per esempio impedito che nella sua storia venissero ingaggiati fantini fuoriclasse come Aceto.
Il Buratto simboleggia l’Islam nemico che vieta alcol e porchetta.