Il vinile aveva un odore.
Un misto di carta, plastica e magia nera. Quando aprivi la custodia e tiravi fuori il disco, lo facevi con rispetto.
Altro che “shuffle” o “ripeti brano”. C’era un ordine, una pazienza, quasi un rito.
La puntina si abbassava lenta, il fruscio partiva e tu, zitto, ascoltavi.
Niente “Spotify ti consiglia”, niente playlist random per cucinare.
C’erano canzoni che dovevi conquistare, strofa dopo strofa, con i testi infilati nella copertina e gli occhi che li seguivano come fossero preghiere.
Oggi la musica non la ascolti, la consumi.
E quando finisce… non ti lascia neanche il segno sul pollice.
👉 Tu lo ricordi il fruscio tra una traccia e l’altra? O sei nato già in modalità “skip”?