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ll grande muro di Castiglion Fiorentino: addio alle parole straniere, torniamo al Medioevo!

Il Comune dichiara guerra ai forestierismi: neologismi banditi, task force lessicali e un futuro senza "internet". Benvenuti nel nuovo Medioevo linguistico!

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Castiglion Fiorentino ha preso una decisione epocale: vietare neologismi e parole straniere nella pubblica amministrazione. Finalmente un passo deciso contro l’invasione barbarica degli anglicismi! D’ora in poi, chiunque osi dire “meeting” invece di “riunione” o “smartworking” invece di “lavoro agile” sarà immediatamente spedito al confino… o almeno redarguito con severità dal vigile linguistico di turno.

Il sindaco, in un impeto di patriottismo lessicale, ha dichiarato che la lingua italiana è un “prezioso patrimonio identitario” e che deve essere protetta da ogni contaminazione. Del resto, sappiamo tutti che i neologismi sono la prima causa di decadenza morale e culturale: la storia ci insegna che l’Impero Romano non cadde per le invasioni barbariche, bensì perché qualche incauto senatore osò usare la parola “selfie”.

La delibera è chiara: ogni comunicazione della pubblica amministrazione dovrà essere in puro italiano. È stata quindi istituita una task force lessicale che controllerà ogni documento per assicurarsi che nessun forestierismo si insinui nelle delibere comunali. Si vocifera che i dizionari saranno attentamente controllati e che chiunque possegga un testo contenente la parola “marketing” dovrà coprirla con del nastro adesivo.

Si parla anche della creazione di un Comitato per la Purezza della Lingua, che organizzerà ronde notturne per stanare i traditori della lingua italiana, colpevoli di ordinare “hamburger” anziché “panino di carne macinata” o di usare “computer” invece di “calcolatore elettronico”.

Gli esperti lanciano l’allarme: la guerra ai forestierismi potrebbe portare a conseguenze impreviste. Come faremo con parole come “bar”, “sport” o “pizza”, che, orrore!, derivano dall’inglese o addirittura dal francese? Dovremo forse imporre il ritorno a termini latini? La nuova insegna del municipio potrebbe quindi recitare “Curia Castellionis Florentini”, con buona pace di chi sperava di capirci qualcosa.

Ma non fermiamoci qui! Se davvero vogliamo proteggere la lingua italiana, dobbiamo fare di più. Vietiamo l’uso del latino nei tribunali, dei termini medici derivati dal greco, e perché no, anche delle parole di origine araba come “zucchero” o “caffè”. Perché non imporre direttamente il dialetto locale? In fondo, l’italiano stesso è un’evoluzione di lingue straniere: per salvarlo, bisognerebbe abolirlo!

La delibera di Castiglion Fiorentino potrebbe ispirare altri comuni a seguire l’esempio. Forse presto vedremo cartelli di “Benvenuto” sostituiti da “Salve, viandante!” e le scuole ribattezzate “Accademie di sapienza nazionale”. E chi sa, magari in futuro potremo chiedere all’Unione Europea (o dovremmo dire “Aggregazione di Stati del Vecchio Continente”) di tradurre ogni documento in un italiano purissimo, magari scritto in endecasillabi danteschi per renderlo più solenne.

Insomma, cari concittadini, prepariamoci a un futuro senza “weekend”, senza “stress” e senza “internet”. Un futuro in cui ci ritroveremo tutti in piazza a discorrere in un perfetto volgare trecentesco, con Dante Alighieri che, dall’aldilà, ci osserva soddisfatto… sempre che la parola “soddisfatto” non sia anch’essa a rischio di censura!

15 Commenti

    • Ah certo, perché niente grida “purezza della lingua italiana” più di “fuorviante”, “infondata” e “fuori luogo” messi insieme come un bel panino gourmet di termini burocratici!

      E poi, abbasso gli anglicismi! Basta con “sport”, “computer” e “film”! D’ora in poi tutti a dire calcio ricreativo, elaboratore elettronico e pellicola cinematografica! Viva l’italiano… almeno finché non dobbiamo spiegare cos’è un Wi-Fi! 😆

  1. Non sono d’accordo con la redazione, senza arrivare a casi esasperati come riportato nell’articolo mi sembra giusto che un amministrazione pubblica che sia locale o nazionale parli il più possibile la propria lingua ufficiale senza contaminazioni inutili che non arricchiscono o servono a far capire meglio quello di cui si sta parlando; mi spiego meglio va bene a parole come internet che è pressochè univoca e capibile in tutto il mondo, ma alcune parole tra cui weekend, buyers, brothers, ecc che sono solo di moda e che hanno un corrispettivo italiano non arcaico, trovo che sia giusto utilizzarle. Soprattutto per enti pubblici o per i media.

    • Capisco il punto di vista,formichina, ma se vogliamo essere coerenti, allora perché fare eccezioni per “internet”? Se “fine settimana” va bene al posto di weekend, allora perché non “rete globale di calcolatori interconnessi” al posto di internet? Suona pratico, vero?

      E poi chi decide quali parole sono “di moda” e quali no? Tramezzino è stato inventato per evitare sandwich, ma nessuno ha mai avuto problemi con hotel o gol. Forse perché “albergo internazionale con reception e servizio di facchinaggio” suona un po’ troppo lungo? 😆

      Diciamocelo, la lingua evolve e si prende quello che le serve. Anche il latino all’epoca si sarà indignato per quei giovani sfrontati che dicevano spatula invece di ferramentum planum ad levandum…

  2. E’ un problema complesso. L’inglese è ormai il latino dell’antichità, che ha contaminato tutte le lingue dell’impero. Non ci vuole molto a capire che più passano gli anni e più chi non conosce l’inglese sarà culturalmente e professionalmente emarginato. La vita si globalizza sempre di più e ciò corrisponde ad un’esigenza comunicativa reale.

    Ma è triste sentire i linguisti italiani affermare che ormai l’italiano medio si esprime con 700 parole, che dilaga l’analfabetismo funzionale e che una lingua come la nostra, ritenuta anche dai linguisti stranieri bellissima, ricca, musicale, sia destinata a praticamente scomparire. A me sembrava un’enormità leggere anni fa che al Politecnico di Torino si faceva tutto in inglese ( ci sono state battaglie, anche giudiziarie, che non so come siano finite).

    Capisco che l’inglese è la lingua della tecnica moderna, ma come si fa, mi chiedevo, a non mediare col fatto che noi siamo italiani e che ci sono dei motivi per difendere la nostra bella lingua? La contaminazione linguistica è in parte giusta e in parte inevitabile, c’è sempre stata e ci sono anche parole italiane che sono entrate nel linguaggio corrente inglese e internazionale ( esempi banali “bravo” “mamma mia” pizza, cappuccino, pasta, spaghetti, Maestro, Diva…), ma l’evoluzione a velocità supersonica del mondo fa temere che la nostra lingua stia seguendo un po’ il destino della nostra demografia, che insomma l’italiano in tutti i sensi sia destinato alla quasi estinzione.

    A me sicuramente dà fastidio una cosa: che l’inglese è ormai diventato l'”inglesorum”, per parafrasare il “latinorum” del Manzoni. Sembra che la tendenza sia quello a usarlo a tutti i costi, anche quando non è necessario, come per dimostrare che si è più avanti degli altri e che non è importante tanto farsi comprendere da più gente possibile, ma appunto dimostrare un livello culturale superiore, l’essere all’avanguardia (
    anche se spesso poi i contenuti sono poverissimi) e sono gli altri, troglodioti, che devono adattarsi. Una specie d’inglese supercazzola. Così non si perde l’occasione d’invocare un”gentleman’s agreement”, di porre a riferimento di ogni iniziativa, azione amministrativa, politica gli “stakeholders”.
    Guai a non sapere cosa sono i nerd… i millennials…gli hipster….guai oggi a non chiamare le molestie alle donne “cat calling” ( ogni tanto mi devo fare il ripasso perché me ne scordo il significato e lo trovo sconfortante, in attesa dell’ultima novità alla moda).

    C’è anche un distacco profondo delle vecchie generazioni…loro l’ inglese l’hanno visto col binocolo e se lo trovano nei documenti pubblici, nei cartelli…usare l’informatica poi…la gran massa ci rinuncia che già a sentire mouse, file, app gli passa la voglia.
    Io una difesa intelligente della lingua se ci fosse l’apprezzerei, non so come l’attuerà il Comune di Castiglioni spero non come fece il poro Duce che rivà tanto di moda.

    Certo a pensare che un mese fa c’erano le polemiche perché in piena Castiglioni c’era la scritta gigante Merry Xmas e l’hanno giustificata come presa dalle correnti celebrazioni natalizie anglosassoni, mi ci vien da ridere….a meno che, come molti sospettavano, fosse un modo sibillino per celebrare la X mas, e a questo punto si potrebbe dire che a pensar male si fa peccato etc etc.

  3. Mi trovo in accordo con DC e aggiungo che spesso l’inglese era utilizzato per semplificare con una parola un concetto che in italiano era più complesso ad esempio computer calcolatore elettronico o come detto sopra internet rete globale di calcolatori elettronici ecc. Non riesco a capire e non comprendo l’utilizzo di una singola parola in inglese al posto della corrispettiva italiana. Quando a Teletruria in occasione delle fiere dell’oro sento parlare di buyers … mi si rizzano i pochi peli che ancora mi restano in testa… ma per piacere….

  4. Basta con l’uso eccessivo degli inglesismi “guardrail” e “tunnel”. D’ora in poi tutti cominceremo a dire solamente “guardavia” e “galleria”. Inoltre, sarebbe molto bello se la rarissima parola italiana “guardavia” si potrebbe divulgare maggiormente nel linguaggio comune. Che ne pensate?

  5. Non se pole, perche’ galleria viene dal francese ” gallerie”, anche se i francesi l hanno presa dal latino galilaea che era l atrio della chiesa. E poi si metterebbero in imbarazzo tutti quelli che devono fare il tunnel carpale,che dovrebbero iscriversi daccapo alle liste d ‘attesa. Per non parlare dei calciatori più estrosi, che dovrebbero rinunciare al tunnel e imparare a fare la galleria.

  6. Fuori dal tunnel

    Sono fuori dal tunnel, el, el, el
    Del divertimento
    Sono fuori dal tunnel, el, el, el
    Del divertimento
    Quando esco di casa e mi annoio
    Sono molto contento
    Quando esco di casa e mi annoio
    Sono molto più contento

  7. CHE BELLO AVERE UNA GIUNTA CHE AMA LA LINGUA

    È consolante avere una Giunta Comunale che ha tempo di deliberare la cancellazione delle parole inglesi dai documenti per preservare, come “quando c’era lui”, la purezza della lingua italiana.
    Ma perché parlare solo di “riduzione di termini inglesi” e non stranieri? Se si utilizzano parole francesi, tedesche, turche o mongole quelle vanno bene? Perché prendersela solo con la lingua di Shakespeare?
    *
    Tutto questo pone una serie di problemi, qualche esempio:
    Il SANTUCCE STORM FESTIVAL diventerà il SANTUCCE RASSEGNA TEMPESTA. Che cosa vuol dire non si sa.
    Il “BRAINSTORM” è sparito, altrimenti avremmo avuto a Castiglioni LA TEMPESTA DI CERVELLI. Ma di cervelli non si ha più traccia.
    EXPERIENCE CASTIGLION FIORENTINO diventerà una più banale ESPERIENZA CASTIGLION FIORENTINO.
    Il CHRISTMAS JUMPER DAY si tradurrà nel GIORNO DEL MAGLIONE NATALIZIO.
    I FLASH MOB diventeranno RIUNIONE IMPROVVISATA.
    Non vedremo più scritte XMAS giacché tornerà l’antico BUON NATALE
    Da questo ostracismo si salverà il VINTAGE FESTIVAL, parola di origine francese, altrimenti a Castiglioni avremmo avuto il “VECCHIOTTO FESTIVAL”.
    *
    Una rivoluzione che però non è compresa nemmeno dai suoi sostenitori: la delibera è del 27 gennaio e tre giorni dopo l’ufficio stampa del Comune usa ancora parole come LOCATION per indicare i luoghi dove celebrare i matrimoni, che orrore! E il Vicesindaco non è da meno, nello stesso comunicato usa il termine “SETTORE WEDDING”. Errore da matita blu!
    *
    Io credo che, al di là dell’abuso dei termini stranieri, il problema sia un altro e cioè che bisognerebbe imparare l’italiano. In troppi straparlano e più che prendersela con l’inglese la nostra giunta dovrebbe mettere una “tassa sulle chiacchere”, si incasserebbe molto di più che con le multe.

  8. Ma perche’ si concepisce il Santucce storm festival? E experience C.F.? non hanno senso neanche in inglese….e perchè usano location….addirittura settore wedding…ma è roba da malati…da Nando Mericoni…ci vorrebbe una normativa comunale che rinchiude al gabbio chi ha avuto l’idea…YES…EVRIBODY IN THE JAIL.

  9. molti voglio portare in caciara, ricordando e brandendo lo scettro di quando c’era Lui, Lui che fece la Legge pertanto chi promuove questa cosa è perchè vuol riportare quel nefasto periodo.
    Io non la vedo così ci sono parole straniere non traducibili tipo hamburger hot dog ma anche sushi ed in genere tutte quelle parole che indicano prodotti che devono essere come sono stati inventati pensate se traducessero pizza pasta o altro; invece altre quelle che contesto io e credo l’amministrazione in oggetto sono tutte quelle parole di uso comune che indicano azioni ma che hanno il corrispettivo italiano esempio weekend shopping buyers sold-out usate esclusivamente per tentare di dare al termine un valore più elevato o far sembrare che chi lo pronuncia abbia un livello culturale più elevato del te che non lo usi, ma che in realtà ne evidenziano solo la mancanza.

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Gino Perticai
Gino Perticai
Dal 1973 nel mondo della comunicazione, una breve esperienza Milanese con A.P.C. agenzia di Marketing, con l’avvento delle prime radio in Fm inizia una serie di esperienze nelle radio locali: Radio Torre Petrarca, Radio OK, Golden Radio, Radio Life,  fino al 1998 momento in cui l’innata curiosità e la voglia di sperimentare novità lo portano a maturare il primo interesse sul world wide web. E' da lì che nel 2000 nasce l’idea delle prime testate regionali on line. Fonda Arezzo Notizie e la dirige fino al Giugno 2016. l'Ortica è la sua nuova scommessa.
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