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mercoledì, Aprile 2, 2025
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Spiritualità e religione: un cammino libero oltre i dogmi

Un viaggio tra fede e libertà: quando la spiritualità supera i confini dei dogmi religiosi

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Le chiese si svuotano. Sempre più persone si allontanano dalle religioni istituzionali, cercando risposte altrove. È un fenomeno che colpisce molti Paesi, Italia compresa, e che ci invita a riflettere: cosa rappresenta davvero la religione nella nostra vita? E cosa cerchiamo nella spiritualità?

Per secoli, la religione ha avuto un ruolo centrale nella storia dell’umanità. Ha unito popoli, ispirato arte e cultura, offerto conforto nei momenti di difficoltà. Ma allo stesso tempo, non si può ignorare quanto spesso sia stata usata come strumento di controllo. Le crociate, l’Inquisizione, le guerre di religione, la colonizzazione: episodi che hanno segnato l’umanità con un’impronta indelebile. Le istituzioni religiose hanno accumulato enormi ricchezze, spesso a scapito di chi viveva nella miseria, mentre predicavano umiltà e povertà.

Eppure, c’è un’altra faccia di questa medaglia. Non possiamo dimenticare i sacerdoti, le suore, le persone che, guidate dalla loro fede, hanno aiutato chi ne aveva bisogno. Durante epidemie come la Spagnola, per esempio, molti religiosi hanno rischiato la vita per curare i malati. Sono storie che meritano rispetto, perché dimostrano che la fede può essere una forza positiva, quando vissuta con sincerità.

Ma oggi, il distacco è palpabile. Gli scandali, gli accumuli di potere, e una distanza crescente tra le istituzioni e la realtà quotidiana hanno spinto molti a cercare altrove. La spiritualità personale emerge come un cammino alternativo, più intimo e autentico. Non c’è bisogno di templi dorati o rituali complessi per sentirsi connessi al divino o al senso della vita. La spiritualità può nascere dal semplice atto di osservare un tramonto, di prendersi cura di qualcuno, di sentire gratitudine per il miracolo della vita.

Questo non è un attacco a chi trova conforto nella religione, né un giudizio su chi segue i riti con fede sincera. Piuttosto, è un invito a riflettere. È davvero necessario aderire a una struttura, a un dogma, per vivere una vita spirituale? Forse la risposta sta proprio nella libertà di scegliere.

La spiritualità, dopotutto, non è una strada unica. È un viaggio. Non c’è un percorso giusto o sbagliato, non c’è un mediatore obbligatorio. È una connessione diretta, personale, che ci spinge a vivere in modo più consapevole e vero.

Alla fine, la domanda non è se credere o non credere. La domanda è come credere. Come possiamo vivere una vita piena e autentica, che rispetti il nostro cuore, la nostra intelligenza e il nostro desiderio di libertà? Come possiamo riscoprire il sacro, non nei templi, ma nei piccoli gesti di ogni giorno?

Perché il divino, forse, non ha bisogno di gerarchie, né di regole, né di mura. È nelle mani che si stringono, negli occhi che brillano, nel coraggio di cercare il proprio cammino. È in quella libertà interiore che nessun dogma può controllare. S.S.C.

2 Commenti

  1. Il presule Migliavacca segua l’esempio di Ivo Muser, vescovo di Bolzano …..

    dal F. Q. | 24 GENNAIO 2025

    “Chiedo perdono alle persone coinvolte, alle comunità parrocchiali e ai fedeli e sottolinea che la perizia commissionata non è un punto di arrivo, ma un mandato per continuare a lavorare con tutta la determinazione possibile”. Sono le parole del vescovo di Bolzano e Bressanone, Ivo Muser in merito al rapporto sugli abusi nella Chiesa altoatesina, presentato lunedì scorso da cui sono emersi 67 episodi ufficiali in circa 60 anni che hanno visto coinvolti 24 sacerdoti. Preti che perlopiù venivano trasferiti senza che fossero presi reali provvedimenti per evitare ci fossero bambini e bambine o adolescenti fossero molestati, palpeggiati o abusati. Tanto che i relatori del rapporto hanno chiaramente parlato di “clemenza” nei confronti dei preti.
    “Serve un cambiamento culturale”, ha aggiunto. “Perché fatti come questi potrebbero ricapitare, se noi, come è capitato, distogliamo lo sguardo” ha detto l’altro prelato il cui nome compare nella relazione, elaborata dallo studio legale Westpfahl-Spilker-Wastl di Monaco di Baviera. Sono otto i casi contestati all’attuale vescovo (nella foto) che ha comunque avviato il meccanismo che ha portato alla redazione di questa indagine, la prima della Chiesa italiana. Tra questi quello di avere mantenuto operativo un sacerdote condannato in appello e prescritto in Cassazione. Quella prescrizione permise alla vittima di ottenere un maxi risarcimento nel 2013.
    Il vescovo ha annunciato una serie di misure contro gli abusi nella chiesa. “Ci saranno procedure chiare con un gruppo di esperti svilupperà linee guida vincolanti per la gestione dei casi di abuso, che saranno attuate entro la fine del 2025″. Inoltre, ci sarà “il perseguimento coerente dei casi sospetti, sarà istituito interdisciplinare per esaminare con effetto immediato tutti i casi di sacerdoti accusati ancora in vita e proporre misure per i passi successivi da intraprendere”.
    Il vescovo intende inoltre ottimizzazione i servizi: “I compiti e le responsabilità del Centro di ascolto, del Servizio di intervento e del Servizio di prevenzione saranno riesaminati e migliorati. Verrà istituito un team di intervento per preparare le decisioni in modo professionale”. Muser vuole inoltre rafforzare la presenza di donne in posizioni dirigenziali che è uno suggerimenti dei relatori. “Il rafforzamento delle donne nelle posizioni guida in ambito ecclesiale viene ulteriormente promosso. Quattro dei nove uffici della Curia vescovile sono già diretti da donne e la diocesi sta pianificando programmi per la promozione delle donne in posizioni guida”, ha aggiunto. Infine, secondo il vescovo, serve “una cultura dell’errore: riconoscere gli errori e imparare da essi, anche con l’aiuto di seminari di formazione, diventa parte integrante del modo di lavorare della Chiesa”. Anche quella della cultura dell’errore è uno dei consigli dei relatori. Il vescovo ha quindi detto di assumersi “personalmente la responsabilità per le omissioni durante il suo periodo di episcopato, tra cui l’insufficiente controllo dei sacerdoti sospetti, la riluttanza nell’adottare chiare misure preventive nei confronti dei sacerdoti accusati e la documentazione carente nel delineare i passi nella gestione dei casi di abuso”.

  2. Il presule Migliavacca segua l’esempio di Ivo Muser, vescovo di Bolzano …..

    dal F. Q. | 24 GENNAIO 2025

    “Chiedo perdono alle persone coinvolte, alle comunità parrocchiali e ai fedeli e sottolinea che la perizia commissionata non è un punto di arrivo, ma un mandato per continuare a lavorare con tutta la determinazione possibile”. Sono le parole del vescovo di Bolzano e Bressanone, Ivo Muser in merito al rapporto sugli abusi nella Chiesa altoatesina, presentato lunedì scorso da cui sono emersi 67 episodi ufficiali in circa 60 anni che hanno visto coinvolti 24 sacerdoti. Preti che perlopiù venivano trasferiti senza che fossero presi reali provvedimenti per evitare ci fossero bambini e bambine o adolescenti fossero molestati, palpeggiati o abusati. Tanto che i relatori del rapporto hanno chiaramente parlato di “clemenza” nei confronti dei preti.
    “Serve un cambiamento culturale”, ha aggiunto. “Perché fatti come questi potrebbero ricapitare, se noi, come è capitato, distogliamo lo sguardo” ha detto l’altro prelato il cui nome compare nella relazione, elaborata dallo studio legale Westpfahl-Spilker-Wastl di Monaco di Baviera. Sono otto i casi contestati all’attuale vescovo (nella foto) che ha comunque avviato il meccanismo che ha portato alla redazione di questa indagine, la prima della Chiesa italiana. Tra questi quello di avere mantenuto operativo un sacerdote condannato in appello e prescritto in Cassazione. Quella prescrizione permise alla vittima di ottenere un maxi risarcimento nel 2013.
    Il vescovo ha annunciato una serie di misure contro gli abusi nella chiesa. “Ci saranno procedure chiare con un gruppo di esperti svilupperà linee guida vincolanti per la gestione dei casi di abuso, che saranno attuate entro la fine del 2025″. Inoltre, ci sarà “il perseguimento coerente dei casi sospetti, sarà istituito interdisciplinare per esaminare con effetto immediato tutti i casi di sacerdoti accusati ancora in vita e proporre misure per i passi successivi da intraprendere”.
    Il vescovo intende inoltre ottimizzazione i servizi: “I compiti e le responsabilità del Centro di ascolto, del Servizio di intervento e del Servizio di prevenzione saranno riesaminati e migliorati. Verrà istituito un team di intervento per preparare le decisioni in modo professionale”. Muser vuole inoltre rafforzare la presenza di donne in posizioni dirigenziali che è uno suggerimenti dei relatori. “Il rafforzamento delle donne nelle posizioni guida in ambito ecclesiale viene ulteriormente promosso. Quattro dei nove uffici della Curia vescovile sono già diretti da donne e la diocesi sta pianificando programmi per la promozione delle donne in posizioni guida”, ha aggiunto. Infine, secondo il vescovo, serve “una cultura dell’errore: riconoscere gli errori e imparare da essi, anche con l’aiuto di seminari di formazione, diventa parte integrante del modo di lavorare della Chiesa”. Anche quella della cultura dell’errore è uno dei consigli dei relatori. Il vescovo ha quindi detto di assumersi “personalmente la responsabilità per le omissioni durante il suo periodo di episcopato, tra cui l’insufficiente controllo dei sacerdoti sospetti, la riluttanza nell’adottare chiare misure preventive nei confronti dei sacerdoti accusati e la documentazione carente nel delineare i passi nella gestione dei casi di abuso”.

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Sabina Sabrina Crivellari
Sabina Sabrina Crivellari
Sabina Sabrina Crivellari, nata a Milano nel 1955, si trasferisce a Melzo nel 1990. Membro del “GAM” dal 1997, partecipa a mostre locali esplorando diverse tecniche artistiche: ritratti a matita, dipinti a olio, sculture in argilla e quadri in resina. Ha fondato una galleria d’arte e una scuola di cake design. Il quotidiano Il Giorno ha descritto via Napoli 37 come “la Montmartre di Melzo”. Attualmente, si dedica principalmente alla scrittura.
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