i sorprendiamo dei fatti accaduti a Milano, delle molestie e, presto, dell’impunità che potrebbe seguirne. Si punta il dito: uno ha fatto di più, un altro di meno, ma tutto si perde nell’ombra della moltitudine. È il comportamento del branco, dove il singolo si dissolve nel gruppo e le responsabilità si confondono.
Ricordo un episodio accaduto anni fa, al ritorno dalla partita Crotone-Arezzo (vinta dall’Arezzo 1 a 0 con gol di Baclet). Sulla salita verso la Sila, dopo San Giovanni in Fiore, ci tagliò la strada un branco di lupi. Tra loro, sorprendentemente, c’erano alcuni cani randagi, persino un Lassie. Era un’immagine forte: il branco al completo.
Un tifoso dell’Arezzo che alleva pecore, maiali e bovini mi raccontò una volta il modus operandi dei lupi. Mandano due o tre membri del branco a distrarre i cani da guardia, spingendoli a inseguirli. Nel frattempo, il resto del branco approfitta della situazione per colpire il gregge, portando via decine di capi, specialmente ovini. Un’astuzia affinata per la sopravvivenza.
Ma nel caso umano, questi ragazzi agiscono per bravata? Oppure perché, alimentati da una visione patriarcale, considerano la donna occidentale una “preda facile” e le istituzioni italiane un “gregge di pecore”?
È una riflessione che, purtroppo, resta aperta.