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Dungeons & Dragons” come terapia di gruppo: nel Valdarno un gioco di ruolo per migliorare relazioni e comunicazione

Un progetto innovativo che usa il celebre gioco di ruolo per supportare la crescita relazionale e cognitiva di giovani con fragilità

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Nel Valdarno, il celebre gioco di ruolo “Dungeons & Dragons” è diventato protagonista di un percorso riabilitativo innovativo dedicato a ragazzi e ragazze dai 10 ai 18 anni. Attraverso le sessioni di gioco, i giovani imparano a sviluppare competenze relazionali, stimolare la creatività e favorire l’aiuto reciproco, con significativi benefici terapeutici per chi affronta disturbi dello spettro autistico, ADHD o isolamento sociale.

Il progetto, attivo da febbraio 2023, è gestito dall’Ufsmia (Unità funzionale salute mentale infanzia e adolescenza) della zona distretto del Valdarno, parte dell’Asl Toscana sud est. Si inserisce all’interno di una serie di percorsi riabilitativi di gruppo per giovani con disturbi del neurosviluppo e psicopatologie. Con “Dungeons & Dragons”, i partecipanti assumono il ruolo di personaggi immersi in un mondo immaginario, vivendo un’avventura collaborativa guidata dal “Dungeon Master”. Questo approccio ludico aiuta a superare il senso di stigmatizzazione che può accompagnare i percorsi terapeutici tradizionali.

Le sessioni si svolgono settimanalmente negli ambulatori dell’Ufsmia, suddividendo i partecipanti in due gruppi (10-14 anni e 14-18 anni). Ogni incontro dura circa un’ora e mezzo, e l’idoneità a partecipare è valutata dall’equipe multidisciplinare in base ai bisogni specifici dei giovani pazienti. In due anni, il progetto ha coinvolto circa 18 ragazzi e ragazze.

«Abbiamo osservato effetti terapeutici significativi – spiega Giovanni Salerno, psicologo e psicoterapeuta responsabile del progetto – come il miglioramento delle competenze relazionali in giovani con isolamento sociale e abbandono scolastico, o la maggiore integrazione in classe di ragazzi con disturbo dello spettro autistico. Le fasi del gioco, come investigazione, esplorazione e battaglia, stimolano aree cognitive fondamentali come pianificazione, memoria di lavoro, flessibilità e inibizione, aspetti cruciali per giovani con diagnosi di ADHD».

La direttrice della Zona distretto del Valdarno, Stefania Magi, sottolinea l’importanza di iniziative di questo tipo: «Il gioco è da sempre uno strumento essenziale nella riabilitazione psicologica e neuropsicologica per l’infanzia e l’adolescenza. Favorisce cooperazione, empatia e comunicazione, competenze cruciali per i ragazzi e le ragazze in questa fascia di età. Progetti come questo sono pilastri del nostro impegno per sostenere le fragilità dei giovani nel territorio».

Tra risate, momenti di pathos e sfide epiche, il progetto dimostra come il mondo fantastico di un gioco di ruolo possa diventare uno spazio concreto per crescere, relazionarsi e superare le difficoltà.

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