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Sindaco, tifoso e WhatsApp: quando l’ironia supera il confine della decenza pubblica

Quando l’ironia da stadio supera i confini del decoro istituzionale, c’è da chiedersi se certi ruoli non meritino più stile e meno leggerezza

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La provincia di Arezzo oltre alle colline mozzafiato, grazie al sindaco di un comune aretino, può vantare anche un primato invidiabile: la prima istituzione pubblica che usa WhatsApp per sfoggiare un’ironia da stadio. Ebbene sì, il primo cittadino, probabilmente colto dall’ebbrezza di un tifoso con il dito troppo veloce, ha deciso di pubblicare sul suo stato WhatsApp (pare istituzionale, mica privato) una perla di “ironia sportiva”.

La foto incriminata? Uno striscione esposto dai tifosi comaschi durante la partita Como-Monza del 30 novembre scorso. La frase? Un capolavoro di poesia che nemmeno Alessandro Manzoni nei suoi giorni migliori: “L’unica vostra storia: il racconto di una monaca puttana”.

Un’espressione, questa, che non solo trasuda eleganza, ma che fa anche riflettere sulla profondità del dialogo interregionale. Ma attenzione, non è lo striscione il problema. No, il punto è che a riproporlo non è stato un tifoso qualunque nel gruppo degli amici del calcetto, ma un sindaco. Una figura pubblica. Un simbolo di istituzionalità.

Caro sindaco, capiamo l’entusiasmo sportivo. Chi non si è mai lasciato trasportare da una partita? Ma, tra un gol e uno sfottò, forse sarebbe opportuno ricordarsi di una piccola, insignificante regola: chi riveste un ruolo pubblico ha il dovere di mantenere un decoro istituzionale.

Immaginate la scena. Il cittadino medio, magari intento a inviare una segnalazione sul degrado urbano, si trova davanti lo stato WhatsApp del suo sindaco con quella frase a caratteri cubitali. Che messaggio passa? Forse che le istituzioni, in fondo, non sono altro che una versione in giacca e cravatta della curva nord?

Non fraintendiamoci, l’ironia è fondamentale. È ciò che distingue una conversazione interessante da una noiosa. Ma, come per la grappa, c’è un limite oltre il quale diventa poco digeribile.

Ironizzare su una rivalità calcistica, per giunta riprendendo un contenuto discutibile come quello dello striscione comasco, non è solo fuori luogo. È un autogol da cineteca, il tipo di errore che neanche i dilettanti al torneo di calcetto aziendale commettono.

Sindaco, la prossima volta, prima di cliccare su “pubblica”, faccia un bel respiro. Pensi alla città, al ruolo che ricopre e, se proprio non riesce a resistere alla tentazione, si limiti a inviare il meme al gruppo WhatsApp privato. Sa, quello che condivide con gli amici che non hanno un ruolo istituzionale da difendere.

In fondo, non chiediamo molto. Solo un po’ di buon senso e, perché no, un pizzico di classe. Siamo sicuri che, con un po’ di impegno, persino un tifoso appassionato può restare sindaco senza scadere in questi siparietti.

E se proprio vuole essere ironico, lo faccia con stile. Magari citando Totò o Groucho Marx. Di certo, l’effetto sarebbe migliore di una battuta da stadio.

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Gino Perticai
Gino Perticai
Dal 1973 nel mondo della comunicazione, una breve esperienza Milanese con A.P.C. agenzia di Marketing, con l’avvento delle prime radio in Fm inizia una serie di esperienze nelle radio locali: Radio Torre Petrarca, Radio OK, Golden Radio, Radio Life,  fino al 1998 momento in cui l’innata curiosità e la voglia di sperimentare novità lo portano a maturare il primo interesse sul world wide web. E' da lì che nel 2000 nasce l’idea delle prime testate regionali on line. Fonda Arezzo Notizie e la dirige fino al Giugno 2016. l'Ortica è la sua nuova scommessa.

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